nel libero commento di Giovanna Viva
Cerchio sesto: eretici Dante e Virgilio sostano presso l'avello di papa Anastasio II
In su l'estremità d'un'alta ripa che facevan gran pietre rotte in cerchio, 3 venimmo sopra più crudele stipa; |
In sull'estremità d'un alto limite (alto fra tutti i mali dominanti la Terra) formato da pietre rotte in cerchio (raffiguranti lo sfacelo dell'Umanità e in forma sferica terrestre che tanto male racchiude) giungemmo sopra una più crudele calca di anime in pena; |
e quivi, per l'orribile soperchio del puzzo che 'l profondo abisso gitta, 6 ci raccostammo, in dietro, ad un coperchio |
qui, per l'orribile eccesso di puzzo che il profondo abisso emana, ci riparammo dietro ad un coperchio |
d'un grand'avello, ov'io vidi una scritta che dicea: "Anastasio papa guardo, 9 lo qual trasse Fotin de la via dritta". |
di una grande sepoltura dove io vidi una scritta: "Sorveglio Papa Anastasio che distolse Fotino dalla via diritta". (Fotino, diacono di Tessalonica, seguace di Acacio, era contro il Cattolicesimo che imponeva la sua fede, mentre Fotino affermava che si doveva rispettare il pensiero degli altri. Papa Anastasio lo distolse da questa tesi traendolo negli errori della Chiesa che torturava ed uccideva coloro che professavano una fede diversa da quella ufficiale). |
«Lo nostro scender conviene esser tardo, sì che s'ausi un poco in prima il senso 12 al tristo fiato; e poi no i fia riguardo». |
«La profetizzata discesa in Terra di Gesù con i suoi Angeli e Santi (fra cui Virgilio si considerava, poiché dice "lo nostro scender") conviene che ritardi per dare tempo così che si elevi prima un poco il senso intellettivo umano "al tristo fiato" del cattivo insegnamento e poi quando l'uomo, idoneo a scindere il bene dal male, continuerà a respingere la Cristica parola d'Amore, non vi sia riguardo durante l'Apocalittica selezione dell'Umanità». |
Così 'l maestro; e io «Alcun compenso», dissi lui, «trova che 'l tempo non passi 15 perduto». Ed elli: «Vedi ch'a ciò penso». |
Disse il maestro; ed io «Nessuna sofferenza evolutiva», dissi a lui, «è di troppa purché il tempo (del terrestre soggiorno) non passi perduto». Ed egli mi rispose: «Vedi che a ciò penso». |
«Figliuol mio, dentro da cotesti sassi», cominciò poi a dir, «son tre cerchietti 18 di grado in grado, come que' che lassi. |
«Figliol mio, dentro codesti sassi (simbolo della rovina umana)», egli disse «sono tre cerchietti espiativi, di grado in grado (gradi ecclesiastici) simili a quelli che tu ora hai lasciati (e dove vi era papa Anastasio). |
Tutti son pien di spirti maladetti; ma perché poi ti basti pur la vista, 21 intendi come e perché son costretti. |
Tutti sono pieni di spiriti maledetti, ma ti basti la tua vista intellettiva affinché tu intenda come e perché a tal pena son costretti. |
D'ogne malizia, ch'odio in cielo acquista, ingiuria è 'l fine, ed ogne fin cotale 24 o con forza o con frode altrui contrista. |
Il fine che codesti intendono raggiungere, è fatto di ogni malizia che riceve punizione dal Cielo e il mezzo da costoro usato, è ingiuria a Dio, poiché con forza o con inganno, la mente altrui condiziona tristemente. |
Ma perché frode è de l'uom proprio male, più spiace a Dio; e però stan di sotto 27 li frodolenti, e più dolor li assale. |
Ma poiché l'inganno è il peggiore male umano, più spiace a Dio. |
Di vïolenti il primo cerchio è tutto; ma perché si fa forza a tre persone, 30 in tre gironi è distinto e costrutto. |
Il primo cerchio è tutto dei violenti e, poiché violentando la libertà di pensiero si nuoce a tre persone, tale pena è divisa in tre cerchi e costituita da un sol peccato. |
A Dio, a sé, al prossimo si pòne far forza, dico in loro e in lor cose, 33 come udirai con aperta ragione. |
La violenza nuoce a Dio, a sé stessi e al prossimo, "dico in loro" attraverso il delitto, "alle loro cose" attraverso confusioni mentali, Dogmi e confisca di beni, come tu intenderai con aperta ragione. |
Morte per forza e ferute dogliose nel prossimo si danno, e nel suo avere 36 ruine, incendi e tollette dannose; |
L'uomo infligge al prossimo condanne a morte e torture, con forza e con frode, e al suo avere nuoce con incendi e confisca di beni; (come da: "La Chiesa nel Tempo" di "Scrittori Riuniti") |
Migliaia e migliaia di martiri hanno subìto orrendi supplizi durante la lunga storia del Cristianesimo.
Fra i molti ricordiamo Giovanna d'Arca che fu mandata al rogo a diciotto anni.
Le vicende di questa fanciulla sono una valida esemplificazione del pensiero di Dante e delle parole del Vangelo: "Vi metteranno al supplizio e vi uccideranno a causa del mio Nome e quando sarete condotti ai tribunali non vi preoccupate di quello che dovrete dire, ma dite ciò che in quel momento vi sarà dato, poiché non sarete voi che parlerete ma lo Spirito Santo". Quando Giovanna d'Arco fu catturata, le Voci le suggerirono risposte che sconvolsero i giudici. Essi finsero di volerle ridare la libertà e le carpirono la promessa che non avrebbe mai più indossato abiti da uomo.
Giovanna era stata avvertita nei suoi contatti Celesti che una sola promessa non mantenuta sarebbe stata sufficiente per condannarla al rogo come recidiva, fu per questo che ella non volle mai promettere nulla. Ma la certezza che gli abiti maschili, indossati soltanto per muoversi liberamente fra i suoi soldati non le sarebbero più serviti, la indusse alla promessa ufficiale tanto insistentemente richiesta da tutti quei porporati in vesti scarlatte, nere e viola, dalle grandi tuniche e dalle pompose mitre.
Dopo giorni e giorni di interminabili interrogatori, dopo essere stata continuamente trasferita da una prigione all'altra, dal castello di Beaulleu a quello di Beaurevoir, dopo essere stata ceduta e venduta da uno all'altro prelato, ella finalmente poté dormire, anche se ancora in prigionia, in un lettino normale, svestita e libera da catene. Ma uno spregevole tradimento l'attendeva al suo risveglio. L'abito da donna che ella aveva indossato subito dopo la promessa fatta, era stato dai preti sostituito durante la notte, con il suo solito costume da soldato.
Giovanna doveva uscire dalla sua cella e fu costretta a indossare i pantaloni, ma, accortasi della presenza dei preti, si arrestò, pianse, supplicò i soldati di guardia di aiutarla: "Aiutatemi diceva mi bruceranno viva". Essi decisero che uno di loro, che era del posto, avrebbe portato a Giovanna un vestito della propria sorella, ma non potettero far nulla. In fondo al vasto corridoio in cui si affacciava la cella di Giovanna, vi erano pochi uomini fra cui vescovi, cardinali, preti e due uomini in borghese. I testimoni erano in regola, Giovanna era stata vista vestita ancora da uomo. Essa aveva violato la promessa ufficialmente fatta in tribunale, quindi era recidiva e le spettava il rogo.
Il 30 maggio 1431, nella piazza del Vecchio Mercato di Rouen, Giovanna d'Arco venne arsa viva; Pierre Couchon, vescovo di Beauveis, l'aveva dichiarata eretica e recidiva.
Ecco l'inizio di quell'assurdo processo che la condannò al rogo.
(volume 6: scritto sotto la direzione di Claudio Bertin)
A tutti coloro che leggeranno questi documenti Noi, Pietro, per misericordia divina Vescovo di Beauvais, e frate Jean La Maistre dell'ordine dei frati predicatori, incaricati dal maestro Jean Braverent, inquisitore della fede e della perversità eretica per il Regno di Francia.
Porgiamo il saluto nel nome di Gesù Cristo Nostro Signore.
"Alla Divina Provvidenza è piaciuto che una donna, Giovanna, comunemente chiamata la Pulzella, venisse presa e catturata ad opera di soldati in servizio nel distretto della nostra diocesi e giurisdizione. In molti luoghi si era già sparsa la voce che questa donna, dimenticata dalla dignità del suo sesso, senza vergogna e senza pudore femminile, per una singolare e mostruosa deformazione mentale, indossava abiti insoliti adatti soltanto agli uomini. Si diceva che la sua presunzione era tale da osare di sostenere idee contrarie alla fede cattolica.
Era poi noto che ella aveva commesso queste colpe non soltanto entro i confini della nostra diocesi, ma anche altrove. Non appena i fatti vennero a conoscenza dei dottori dell'Università Cattolica e di frate Martin Billorin, Vicario Generale di Monsignor l'Inquisitore, questi alti personaggi sollecitarono nostro signore il Duca di Borgogna e Jean de Luxembourg, che già la tenevano prigioniera, a consegnarla perché sospetta di eresia.
Da parte nostra come Vescovo fedele al dovere della nostra carica pastorale e preoccupati di fortificare, a qualunque costo, la fede cristiana, abbiamo ritenuto che si dovesse indagare a fondo su questi fatti e procedere ponderatamente di conseguenza secondo la giustizia e la nostra ragione. Abbiamo pertanto richiesto a nostro signore il Duca di Borgogna e a Jeau de Luxembourg di rimettere questa donna sotto la nostra giurisdizione spirituale affinché fosse giudicata. Lo richiedeva da parte sua il Serenissimo e Cristianissimo Principe nostro Sire il Re Enrico di Francia e d'Inghilterra.
Allo scopo di concorrere all'affermazione della fede cattolica nostro Signore il Duca e Jean de Luxembourg hanno benevolmente accondisceso a consegnare la loro prigioniera a Monsignore il nostro Re.
E sua Regale Provvidenza, desideroso di offrire il suo appoggio all'ortodossia della fede, a sua volta la consegnò a noi. Dopo di ciò il Venerabile e Famoso Capitolo di Rouen che ha cura spirituale dei fedeli durante la vacanza del Seggio episcopale, ci ha concesso il diritto di risiedere in questa città affinché vi si possa istituire il processo.
Ancora prima di estendere la causa contro questa donna abbiamo ritenuto opportuno discutere nel modo più serio e ponderato con preti ed esperti in diritto divino ed umano, i quali per grazia di Dio, erano assai numerosi in questa città di Rouen.
Per rendere pubblica questa solenne ordinanza di apertura del processo di Giovanna d'Arco che è seguito alle consultazioni degli esperti riuniti dal Tribunale ecclesiastico fra il 9 gennaio ed il 21 febbraio 1431, Pierre Cauchon si è fatto forte del nome da pari a pari, del gran Maestro dell'Inquisizione in Francia.
Ed ecco le preghiere in chiesa per ringraziare Iddio di cotanto delitto, ecco l'Arpia colorata in rosso, la violenza color del sangue della Città di Dite:
Nella piazza di Notre Dame si sparavano i fuochi di gioia per la cattura e per il delitto di Giovanna d'Arco e nella cattedrale si cantava il Te Deum. Ed ecco un altro riferimento alle parole di Dante "Lo strazio e 'l grande scempio che fece l'Arbia colorata in rosso, tal orazion fa far nel nostro tempio" (Canto X v. 87)
Winchester volle, affinché ciò servisse come ammonimento, che tutte le istituzioni cattoliche si occupassero della faccenda e fece indirizzare dal suo vicario al Duca di Borgogna ed a Jean de Ligny, che tenevano prigioniera Giovanna, un'ingiunzione perché la consegnssero alla chiesa, suo naturale giudice, essendo imputata di eresia.
Dopo molto tempo dalla sua morte, Giovanna fu proclamata Santa, così che la chiesa trasformò il giudizio di eresia in quello di santità come spesso accade nel mondo.
Ho ricordato Giovanna d'Arco, perché le sue vicende sono, come tante altre, l'esempio di quella violenza sulla quale Dante si sofferma spesso a parlare ed anche perché
onde omicide e ciascun che mal fiere, guastatori e predon, tutti tormenta 39 lo giron primo per diverse schiere. |
le onde omicide tormentano tutti coloro opernati nel male, guastatori e predoni nel primo girone e per diverse schiere di vite nei lunghi cicli di Reincarnazione. |
L'energia emanata non si disperde e non resta nel Cosmo. Essa ritorna al campo di energia dal quale si è dipartita. Ma una vita è un soffio nell'Eternità e un soffio non basta per bruciare un Karma.
Il Karma si disperde in un susseguirsi di nascite e di morti così come i tocchi della campana si disperdono nell'aria in cerchi sonori e come per un sasso gettato nell'acqua, le onde si disperdono in cerchi concentrici.
L'uomo che uccide, nelle seguenti vite viene ucciso, dopo, man mano che nasce e muore, i "cerchi" si allargano, il Karma si affievolisce ed egli viene soltanto ferito e così via via le onde energetiche purificatrici, in un ciclo di "diverse schiere", si dissolvono sempre più, infine l'uomo che uccise subisce una contusione lieve.
Il Karma ha operato il suo ruolo... Ciò è incredibile?!... Ma pure in Terra si suol dire che "chi di spada fère, di spada père".
Puote omo avere in sé man vïolenta e ne' suoi beni; e però nel secondo 42 giron convien che sanza pro si penta |
L'insegnamento errato permette all'uomo di far forza sul Divino distorcendo la Natura in sé stesso e nei Beni della Vita che la Natura gli offre; ma nel secondo girone dove il Karma ha in parte operato il suo ruolo purificatore e l'onda Karmica si è affievolita, conviene che l'uomo si penta senza egoistico tornaconto ma con sincero amore |
qualunque priva sé del vostro mondo, biscazza e fonde la sua facultade, 45 e piange là dov'esser de' giocondo. |
qualunque privazione giungesse dal vostro mondo che gioca d'equivoco e confonde le facoltà intuitive e l'uomo, portato al pianto, soffre anche quando dovrebbe esser felice. |
Puossi far forza nella deitade, col cor negando e bestemmiando quella, 48 e spregiando natura e sua bontade; |
La sconoscenza della Verità permette all'uomo di forzare l'Equilibrio della Creazione, di operare nella distorsione del Pensiero Creativo in sé stesso negando, bestemmiando e disprezzando la Natura nella sua bontà; |
e però lo minor giron suggella del segno suo e Soddoma e Caorsa 51 e chi, spregiando Dio col cor, favella. |
questo fa sì che il minor girone, che nella sua intensità è il più doloroso, nel segno suo suggelli e Sodoma e Caorsa e chi col cuore privo d'amore ha agito contro Iddio. |
Sodoma e Gomorra furono distrutte dagli Extraterrestri, contenitori della Divina Intelligenza ed operanti nel Bene Creativo. Essi gettarono una bomba atomica da un disco volante poiché la distruzione delle due "città del peccato" si rese indispensabile. Oltre ai contatti squilibranti la natura in sé stessi, gli uomini attraverso i contatti con le bestie e la Scienza attraverso gli esperimenti di fecondazione in vitro, creavano forme di vita mostruose fra cui piccoli corpi sui quali troneggiavano delle enormi teste, creature con testa e piedi di vitello, o con mani e piedi di bestie palmipedi, oppure con testa e pelle di serpente e via di seguito. Ma la forma umana creata da Dio per l'evoluzione dell'Essere non può venire distorta. E così come Ezechiele, "L'ETERNO CHE AVEVA OCCHI D'OGNI INTORNO" e che altro non era che un disco volante coi numerosi oblò, "FECE PIOVERE DAL CIELO FUMO E FUOCO".
Il peccato sodomitico nella bestemmia del disprezzo di Dio, contenuto nel girone primo, è sigillato in un lungo Karma per diverse schiere di vite espiative. Ciò significa che coloro che procrearono esseri mostruosi, nascono sigillati in molte schiere di vite in simili mostruosità, sotto sembianze simili a quelle da loro create in un tempo lontano.
Se alcuno volesse avere idea più chiara del "minor giron" che "suggella del segno suo e Soddoma e Caorsa e chi, spregiando Dio col cor, favella", basterebbe che visitasse l'ospedale Cottolengo, di Torino, dove tristemente "simile con simile è sepolto".
La frode, ond'ogne coscïenza è morsa, può l'omo usare in colui che 'n lui fida 54 e in quel che fidanza non imborsa. |
La frode del Sacro è il più tristo inganno che occulta e distorce i concetti di Verità Universale indispensabili all'evoluzione dell'Essere cosciente. Tale inganno è pertanto un gran peso che incombe sull'Umanità tutta per cui ogni singola coscienza ne resta intaccata. L'uomo è spinto ad usare tale distorsione fraudolenta in colui che presta fede, ma costui, che del falso insegnamento si fida, nulla riceve dal Bene di Dio. |
Questo modo di retro par ch'incida pur lo vinco d'amor che fa natura; 57 onde nel cerchio secondo s'annida |
Questo modo che fa retrocedere sul cammino della Vita, pare che intacchi pure il vincolo d'amore che fa natura che è la forza attrattiva (positivoamore) e che pare venga intaccata dalla forza contraria propulsiva (negativoodio), per cui nel cerchio secondo si annida |
ipocresia, lusinghe e chi affattura, falsità, ladroneccio e simonia, 60 ruffian, baratti e simile lordura. |
tale forza propulsiva fatta di ipocrisie, lusinghe e da chi "affattura" (cioè "costruisce", non significa "facente fatture d'amore", ma che "edifica") la falsità, il ladroneggio e la simonia (traffico del sacro a fine di lucro), ruffiani, barattieri del sacro e simili lordure. |
Per l'altro modo quell'amor s'oblia che fa natura, e quel ch'è poi aggiunto, 63 di che la fede spezïal si cria; |
Per l'altro modo contrario al Bene, l'amore che fa natura si oblia e per quello che la mente umana aggiunge nella sua incapacità di penetrare nelle strutture del Divino, un'altra fede speciale, diversa e contorta si crea; |
onde nel cerchio minore, ov'è 'l punto de l'universo in su che Dite siede, 66 qualunque trade in etterno è consunto». |
perciò nel cerchio minore della "città roggia" del regno di Dite, dove più intenso è il dolore, "ogni traditore è in eterno purificato", ogni tradimento si annulla nella dolorosa espiazione». (Come medicina e chirurgia riportano alle cellule corporee l'equilibrio fisico, così dolore e pianto restituiscono allo spirito l'equilibrio perduto). Fra il Bene e il Male, positivo e negativo della Vita, dopo l'attrito di un "corto circuito" il pensiero ritorna a Dio. Dal dolore nasce la gioia, dal pianto il sorriso, dalla spina la rosa. |
E io: «Maestro, assai chiara procede la tua ragione, e assai ben distingue 69 questo baràtro e 'l popol ch'e' possiede. |
Ed io: «Maestro, assai chiaro è il tuo insegnamento e molto ben distingue questo baratro e il popolo che vi regge. |
Ma dimmi: quei de la palude pingue, che mena il vento, e che batte la pioggia, 72 e che s'incontran con sì aspre lingue, |
Ma dimmi, quelli della palude colma in cui batte il vento e mena la pioggia e che s'incontrano con si aspro intendere, |
perché non dentro da la città roggia sono ei puniti, se Dio li ha in ira? 75 e se non li ha, perché sono a tal foggia?» |
perché non vengono puniti dentro la città rovente di Dite, se Dio li ha in ira? E se non li ha in ira, perché sono in tal modo puniti?» |
Ed elli a me «Perché tanto delira», disse «lo 'ngegno tuo da quel che sòle? 78 o ver la mente dove altrove mira? |
Evidentemente Virgilio trova insensata tale domanda, poiché la legge di Causa ed Effetto, perfetta nella sua giustizia, rende l'espiazione più pesante quanto più è il peccato.
Ed egli «Perché così delira», rispose «l'ingegno tuo? Dove guarda la tua mente? |
Non ti rimembra di quelle parole con le quai la tua Etica pertratta 81 le tre disposizion che 'l ciel non vole, |
Non ti ricordi di quelle parole con cui la tua etica tratta le tre disposizioni che Dio non vuole |
incontenenza, malizia e la matta bestialitade? e come incontenenza 84 men Dio offende e men biasimo accatta? |
e che sono: incontinenza, malizia e la bassa bestialità? non sai che meno Iddio si offende e meno biasimo si riceve dal Cielo? |
Se tu riguardi ben questa sentenza, e rechiti a la mente chi son quelli 87 che sù di fuor sostegnon penitenza, |
Se tu riesamini ben questa sentenza e rechi alla mente chi son quelli che fuor dal corpo sostengon penitenza, |
tu vedrai ben perché da questi felli sien dipartiti, e perché men crucciata 90 la divina vendetta li martelli». |
capirai perché essi da questi traditori ribelli son divisi e perché meno cruciata la Divina Giustizia li percuota». |
«O sol che sani ogni vista turbata, tu mi contenti sì quando tu solvi, 93 che, non men che saver, dubbiar m'aggrata. |
«O sole che rischiari ogni vista intellettiva offuscata, tu mi appaghi quando risolvi ogni dubbio, poiché il dubbiare (che richiede spiegazioni illuminanti lo Spirito) mi è gradito non meno del sapere. |
Ancora in dietro un poco ti rivolvi», diss'io, «là dove di' ch'usura offende 96 la divina bontade, e 'l groppo solvi». |
Ancora un poco indietro volgi la mente», dissi io «lì dove l'opera degli usurai maggiormente offende la Divina Bontà e così dissolvi ogni tuo groviglio mentale». |
«Filosofia», mi disse, «a chi la 'ntende, nota, non pure in una sola parte, 99 come natura lo suo corso prende |
«Filosofia Cosmica», egli disse, «chi la intende come te nota che non in una sola parte, bensì dal Macrocosmo al Microcosmo tutta la Creazione "lo suo corso prende |
dal divino 'ntelletto e da sua arte; e se tu ben la tua Fisica note, 102 tu troverai, non dopo molte carte, |
dal Divino intelletto e dalla Sua arte" creativa; (Ciò significa che dal Macro al Micro, uguale Legge regola tutto l'andamento della Creazione). "e se tu ben la tua fisica noti" (nella struttura del tuo corpo), "troverai, non dopo molte carte" (non dopo lungo studio, ma ben chiaramente), |
che l'arte vostra quella, quanto pote, segue, come 'l maestro fa 'l discente; 105 sì che vostr'arte a Dio quasi è nepote. |
che l'arte creativa (del vostro corpo umano) nel suo fisico, per tutto quanto può, segue la Legge dell'Universo nelle sue strutture cosmiche ed è così "a Dio quasi è nepote". |
Nel significato sostanziale che anche l'uomo è un universo in miniatura dove la vita cellulare è la base della divina esistenza. Ogni organo pulsante di vita cellulare nell'universo biofisico uomo è simile ad una galassia che pullula di vita biofisica nell'universo astrofisico "Dio".
Simile a galassie sono il cervello, gli occhi, i polmoni, l'intestino e tutti gli altri organi umani.
Le galassie, pullulanti agglomerati di cellule stelle e pianeti, danno vita al "tuttoDio" così come gli organi umani, in armonico interdipendente pulsare, danno vita all'universo uomo.
Analogamente il pianeta terra, cellula di un sistema cellulare, è popolata da migliaia di cellule corpuscoli uomo che sono pure soggetti alla medesima legge cosmica alla quale soggiacciono le cellule astrofisiche quali manifestazioni ed espressioni non in funzione di se stesse ma in funzione del sistema cellulare che le ha emanate e le contiene.
Questa è la perfetta analogia del Tutto contenuta nelle parole di Virgilio: "l'arte vostra quella, quanto pote, segue, come 'l maestro fa 'l discendente; sì che vostr'arte a Dio quasi è nepote".
Da queste due, se tu ti rechi a mente lo Genesì dal principio, convene 108 prender sua vita e avanzar la gente; |
Da queste due parti, Macrocosmo e Microcosmo, Maestro e discendente, Alfa e Omega della Creazione, se tu ti rechi a mente la Genesi del principio, conviene, per il bene dell'umana evoluzione, da queste due parti apprendere le regole della Vita ed avanzar la gente nel giusto insegnamento di Verità; |
e perché l'usuriere altra via tene, per sé natura e per la sua seguace 111 dispregia, poi ch'in altro pon la spene. |
e poichè l'usuriere di Divini Concetti segue un'altra via per i propri fini speculativi, operando e falsando nella sua natura ed in quella dei suoi seguaci il bene intellettivo del pensiero Divino fatto di fratellanza, di pace, di perdono, disprezza poi chi in un altro insegnamento pone le speranze. |
Ma seguimi oramai, che 'l gir mi piace; ché i Pesci guizzan su per l'orizzonta, e 'l Carro tutto sovra 'l Coro giace, 115 e 'l balzo via là oltra si dismonta». |
Ma seguimi oramai ché il giro nel Cosmo mi piace in questa ora in cui la costellazione dei Pesci guizza su per l'orizzonte (nell'approssimarsi della nuova Era di Luce intellettiva per il pianeta Terra) mentre il Carro dell'Orsa Maggiore tutto giace sulla costellazione del "Cauro"; e "il balzo" (il salto del passaggio nella precessione degli Equinozi, balzo apportatore di nuovi benefici influsssi astrali) via si dismonta, oltre nello spazio, calando nel cielo, si dissolve e scompare». |