nel libero commento di Giovanna Viva
Cerchio nono: traditori
Zona quarta: Giudecca Lucifero Giuda, Bruto e Cassio Virgilio e Dante scendono lungo i fianchi villosi di Lucifero confitto nel centro della Terra, oltrepassato il quale risalgono per uno stretto passaggio "E quindi uscimmo a riveder le stelle"
«Vexilla regis prodeunt inferni verso di noi; però dinanzi mira», 3 disse 'l maestro mio «se tu 'l discerni». |
«I vessilli del re dell'Inferno (signore e padrone di questo mondo, quale Coscienza malefica che pervade la Terra) procedono verso di noi; pertanto guarda innanzi», disse il mio maestro «se tu discerni (la solenne armonia delle Sfere, nella evoluzione di ogni cosa, dopo aver peregrinato di cerchio in cerchio)».
Per Legge evolutiva, il Male si trasforma avanzando verso il Bene, perciò tali "Vessilli" procedono verso il più alto grado di Coscienza, rappresentato in tal caso da Virgilio e Dante. |
I vessilli infernali, secondo il programma delle implicazioni inerenti le metamorfosi cosmiche, seguono il loro cammino lungo la SCALA DELL'EVOLUZIONE (Canto I) ed oggi l'ancor giovane mondo, nel quale noi viviamo attualmente la vita, è in crescita e si propone sul Piano CosmoFisico Energetico un salto qualitativo nell'evoluzione.
Ciò avviene in sintonia con tutti gli altri corpi celesti che si muovono nell'Organismo Galattico per le esigenze legate ad una ben precisa e periodica rielaborazione energeticodimensionale.
L'Entità che regge l'Organismo Galattico è infatti sul punto di intraprendere tale elaborazione per autodotarsi del necessario potenziale energetico atto a consentirle, nella successiva tappa sperimentativa, la nuova funzuone creativa che è chiamata a svolgere secondo il programma di ordine cosmico.
Come quando una grossa nebbia spira, o quando l'emisperio nostro annotta, 6 par di lungi un molin che 'l vento gira, |
Come quando spira un fitto banco di nebbia, oppure quando il nostro emisfero s'immerge nel buio della notte e appare da lungi un mulino che gira al vento, |
veder mi parve un tal dificio allotta; poi per lo vento mi ristrinsi retro 9 al duca mio; ché non lì era altra grotta. |
a me sembrò di vedere un tal gigantesco edificio e per il gran vento impetuoso (che pareva scuotere dalle fondamenta tutte le strutture infernali), io mi ristrinsi di spavento dietro al duca mio, poiché, lì non v'era altro riparo.
Da quel vento potente, in tutto l'inferno terrestre altro riparo non v'era al di fuori di quello che poteva offrirmi il mio duca "extraterrestre": il Celeste aiuto.
Ciò rispecchia la triste realtà dei nostri tempi; tempi di follia generale, tempi in cui nessuna opera umana può fermare la potente energia, divenuta ormai folle e distruttiva. |
Già era, e con paura il metto in metro, là dove l'ombre tutte eran coperte, 12 e trasparien come festuca in vetro. |
Io ero già e con paura lo narro, là dove le anime, coperte dal ghiaccio dell'espiazione, trasparivano come gramigna in vetro (così che il vetro, nel contempo, impediva loro di nuovere ancora, quale erba dannosa che espande le sue radici nel mondo). |
Altre sono a giacere; altre stanno erte, quella col capo e quella con le piante; 15 altra, com'arco, il volto a' piè rinverte. |
Alcune anime sono a giacere (quasi come in un letto di dolore), altre stanno erette, alcune col capo e altre con le piante rivolte in su e altre ricurve in arco con il volto ravvicinato ai piedi (per un Karma più o meno pesante, aventi strutture fisiche legate ad un differente grado di evoluzione).
Rivolgiamo pure il pensiero a quelle anime rivestite da un corpo malformato o nate con la spina dorsale spezzata, oppure a quelle rivestite da un corpo di bestie da palude o di rettili, non sono queste a giacere? E gli uomini non sono "erti col capo"? E le anime dei vegetali non hanno la testa in giù con le radici a mo' di capelli e "le piante" gli arti inferiori rivolti in su? E ancora, gli animali non hanno il corpo ricurvo con la testa ravvicinata ai piedi, che "com'arco, il volto a' piè rinverte"? Molte anime non sono forse coperte dal grave peso di un Karma che impedisce loro di nuocere ancora, chiudendole così "come festuca in vetro"? |
Quando noi fummo fatti tanto avante, ch'al mio maestro piacque di mostrarmi 18 la creatura ch'ebbe il bel sembiante, |
Quando noi fummo giunti tanto avanti (sulla strada evolutiva che porta all'uscita del mondo infernale), che al mio maestro piacque di mostrarmi la creatura che ebbe il bel sembiante, |
d'innanzi mi si tolse e fé restarmi, «Ecco Dite», dicendo, «ed ecco il loco 21 ove convien che di fortezza t'armi». |
mi si tolse davanti e mi fece fermare, «Ecco Dite (Dio)», dicendo, «ed ecco il luogo dove conviene che ti armi di coraggio (il tutto di amore e di gioia trasformato dagli uomini in mostruosa energia apportatrice di morte)». |
Com'io divenni allor gelato e fioco, nol dimandar, lettor, ch'i' non lo scrivo, 24 però ch'ogne parlar sarebbe poco. |
Non domandare, lettore, come io divenni allora ghiacciato dal terrore e senza fiato, che io non lo scrivo, poiché ogni mio dire sarebbe inadeguato. |
Io non mori' e non rimasi vivo: pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno, 27 qual io divenni, d'uno e d'altro privo. |
Io non morii e non rimasi vivo: pensa ormai da te, se hai bastante ingegno, come io divenni, privo della morte e privo della vita. |
Lo 'mperador del doloroso regno da mezzo 'l petto uscìa fuor de la ghiaccia; 30 e più con un gigante io mi convegno, che i giganti non fan con le sue braccia: vedi oggimai quant'esser dee quel tutto 33 ch'a così fatta parte si confaccia. |
L'imperatore malefico "del doloroso regno", usciva di mezzo petto fuori dal ghiaccio; e più con un gigante io mi paragono, poiché i "giganti" nel loro operare risultano inadeguati alla potente distruzione del "mostro" |
L'imperatore malefico "del doloroso regno", del pianeta Terra, usciva di mezzo petto fuori dal ghiaccio espiativo ed il resto del suo corpo vi era ancora immerso.
Ciò significa che il male edificato dagli uomini era ancora ben radicato sulla Terra, poiché la sua eliminazione al tempo di Dante pareva ancora lontana. Oggi questo non possiamo più dirlo, in quanto quel "tutto" di energia distruttiva, che simile a "mulino avento", ora più che mai gira vorticosamente nella fitta nebbia dell'involuzione, sta per essere eliminato dalle forze superiori della Natura. Pertanto possiamo dire che "lo 'mperador del doloroso regno" oggi non è più "di fuori a metà petto", bensì è fuori quasi del tutto e immerso nel ghiaccio terrestre per i soli piedi. Il "Gran Giorno" del risveglio è ormai prossimo.
In quel giorno l'Energia Dimensionale, reggitrice dell'Organismo Galattico, espellerà per sempre dalla Terra quel "mostruoso edificio" mediante la rigenerazione del pianeta, che impone una selezione qualitativa inerente a tutte le specie viventi, compreso l'uomo. Quel "vento", quella "bufera infernale" presto sarà espulsa dal "doloroso regno", che diverrà il regno della felicità, nella sua crescita naturale, similmente agli altri pianeti più evoluti che noi denominiamo comunemente "Paradiso". Questo avverrà tra non molto, poiché la profetizzata selezione è già in atto.
"e più con un gigante" io mi paragono, essendovi meno sproporzione tra me e un gigante, che tra i giganti della Scienza e le braccia del "mostro", il quale sarà molto più potente nella apocalittica "bufera infernale" degli stessi giganti della Scienza che lo hanno creato.
S'el fu sì bel com'elli è ora brutto, e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, 36 ben dee da lui proceder ogne lutto. |
Se quel "tutto" fu sì bello come ora è brutto, e contro l'Equilibrio Creativo alzò lo sguardo, è naturale che ogni male del mondo debba derivare dalla sua opera (che sconvolge le strutture energetiche create per adempiere al compito loro assegnato dal Signore della Vita). |
I precedenti commentatori sono tutti d'accordo nell'affermare che "colui che fu così bello come ora è brutto" è Lucifero, un angelo che si ribellò a Dio e che divenne un "demonio" per avere tentato di superare la Sua Potenza. Ma in realtà quell'Angelo diventato "demonio" è l'essere umano.
Noi, uomini del 2000, oggi ben vediamo qual'è il vero dèmone che imperversa nel mondo e da dove proviene realmente.
Rivolgiamo pure finalmente lo sguardo al frutto della "Scienza senza Coscienza", che aveva tentato inutilmente, per la sua gloria, di innalzare degli altari d'oro, che invece ora, trasformati in macigni, ci crollano addosso. I mari sono inquinati, i fiumi, la pietra, l'aria, e "i cervelli umani", poiché ogni cosa che esiste sulla Terra è strutturata dagli stessi elementi di cui è formato il pianeta.
L'uomo ha distrutto la "Cintura Van Allen" (che è la base del "Mondo Pneumatico") mediante inutili esperimenti termonucleari.
È stata perforata l'atmosfera del pianeta mediante aerei a reazione, razzi, capsule spaziali e ordigni di ogni genere edificati da coloro che non conoscono l'esistenza delle onde cosmiche, che non devono essere assolutamente squilibrate; infatti, ogni qualvolta viene inviato un missile nello spazio, si verificano terremoti quasi sempre di grave portata.
La potente energia velenosa che è stata liberata dall'interno del pianeta, mediante gli esperimenti atomici, ora continua a sprigionarsi da sola producendo terremoti, incendi ed incidenti di ogni genere. Tutto, sempre e dovunque, viene diretto contro ogni cosa da Dio creata, favorendo il diabolico "squilibrio": colui che "fu sì bel com'elli è ora brutto, e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, ben dee da lui proceder ogne lutto".
In quanto a Lucifero, l'Arcangelo Luce, non fu mai nemico di Dio. L'intelligenza Suprema, essendo "suprema" non può più avere nemici. L'Arcangelo Luce è Amore, è la Luce del mondo.
Se gli uomini fossero buoni, sulla Terra non esisterebbe il "demonio", poiché il Male è soltanto nell'animo umano ed è da esso che si sprigiona.
Oh quanto parve a me gran maraviglia quand'io vidi tre facce a la sua testa! 39 L'una dinanzi, e quella era vermiglia; |
Oh quanto destò in me gran meraviglia vedere tre facce sopra la sua testa! La faccia dinanzi era vermiglia (color del sangue che dilaga nel mondo); |
Evidente antitesi della Trinità.
La Trinità di Luce creativa trasformata in trinità di buio mortale.
Dio diviso in tre persone, tre Entità uguali e distinte: Padre, Figlio e Spirito Santo:
1a Entità: Unico tutto Dio, Energia Creante: il Padre.
2a Entità: (uguale alla prima) Tutto Dio, Energia Creata: il Figlio.
3a Entità: (uguale alle altre) Spirito Creativo: Spirito Santo.
Essendo l'Unico Tutto "il Dio Creatore", oltre cui nulla esiste, né Creato, né Increato, possiamo comprendere che per potere esistere in Dio, anche l'uomo, come il più piccolo essere creato, è una Trinità, che oltre ad essere formata di corpo, Anima e Spirito è a sua volta, Energia Creante, Energia Creata e Spirito Divino, una Scintilla dello stesso Tutto Dio.
Questo voleva spiegarci Gesù quando fu incolpato di volersi paragonare a Dio.
l'altr'eran due, che s'aggiugnieno a questa sovresso 'l mezzo di ciascuna spalla, 42 e sé giugnieno al loco de la cresta: |
altre due facce si aggiungevano a questa e si congiungevano al punto della "cresta" (quale altezzosa presunzione umana): |
e la destra parea tra bianca e gialla; la sinistra a vedere era tal, quali 45 vegnon di là onde 'l Nilo s'avvalla. |
e la faccia destra pareva tra bianca (come gli Europei) e gialla (come gli asiatici); mentre la sinistra era come i popoli che vengono da dove il Nilo scende verso l'Egitto (i neri). Le facce rispecchiano quindi il Mondo. |
Sotto ciascuna uscivan due grand'ali, quanto si convenia a tanto uccello: 48 vele di mar non vid'io mai cotali. |
Sotto ciascuna faccia uscivano due grandi ali, proporzionate ad un essere di siffatte dimensioni: "vele di mar non vid'io mai cotali" poiché tale mostruosa energia tutto il mondo percorre e distrugge. |
Non avean penne, ma di vispistrello era lor modo; e quelle svolazzava, 51 sì che tre venti si movean da ello: |
Non avevan penne, ma erano come quelle di un pipistrello (nonché grigie come il "fungo atomico", grigie come il fumo d'inquinamento che oggi stende le sue ali mortali sul mondo intero; ali di pipistrello color del metallo come i terrestri ordigni, che non adatti ai voli siderali, solcano l'alto spazio portandovi uno squilibrio che si ripercuote sul globo terracqueo. Missili e pipistrelli, ali grigie, ali senza piume, ali di morte), la mostruosa energia dibatteva le ali, così che tre venti si muovevano da essa ("Guerra, Pestilenza, Morte): |
quindi Cocito tutto s'aggelava. Con sei occhi piangea, e per tre menti 54 gocciava 'l pianto e sanguinosa bava. |
da queste aure di morte, Cocito (espiazione terrestre) tutto veniva raggelato. Con sei occhi piangeva la Terra (e sgorgavano lacrime dai sei continenti: "Europa, Asia, Africa, America, Australia, Antartide"), gocciolava il pianto e sanguinava bava (come lava irrompente dai vulcani), da tre "menti" (tre pensieri sconvolti, il pensiero d'Amore tramutato in "Odio", il pensiero del Perdono in "Vendetta", quello della Saggezza in perversa "Ignoranza"). |
Da ogne bocca dirompea co' denti un peccatore, a guisa di maciulla, 57 sì che tre ne facea così dolenti. |
Da ogni bocca un peccatore frantumava coi denti, a guisa di macina, così che ne torturava tre assieme. |
A quel dinanzi il mordere era nulla verso 'l graffiar, che talvolta la schiena 60 rimanea de la pelle tutta brulla. |
Per il peccatore che pendeva dalla bocca vermiglia, quella centrale, la pena del mordere era nulla in confronto del graffiare (della espiazione, di quella categoria), tanto che "talvolta" (cioè in alcune vite, poiché la pelle nel corso delle esistenze si rifaceva sempre sul nuovo corpo), la schiena rimaneva del tutto spoglia, priva della pelle. |
«Quell'anima là sù c'ha maggior pena», disse 'l maestro, «è Giuda Scarïotto, 63 che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena. |
«Quell'anima lassù che ha maggior pena», disse il maestro, «è Giuda Iscariota, che ha il capo dentro la bocca color del sangue e fuori dimena le gambe.
Giuda soffriva di più perché fu lo strumento propulsore della tortura di Gesù e quindi del peso che incombe sul genere umano. |
De li altri due c'hanno il capo di sotto, quel che pende dal nero ceffo è Bruto: 66 vedi come si storce, e non fa motto!; |
Degli altri due che hanno il capo di sotto, quello che pende dal nero ceffo è Marco Bruto (che rispecchia la categoria dei figli contro i padri e che fu tra gli uccisori di Cesare): vedi come si storce e non si lamenta (dimostrando fierezza d'animo e coraggio)!; |
e l'altro è Cassio che par sì membruto. Ma la notte risurge, e oramai 69 è da partir, ché tutto avem veduto». |
e l'altro è Cassio, che par così membruto (rispecchiante la categoria degli uomini che ripongono tutta la loro sicurezza nella forza materiale, nei delitti). Ma la notte risorge nella luce di un nuovo giorno e possiamo ormai partire, perché tutto abbiam veduto». |
Com'a lui piacque, il collo li avvinghiai; ed el prese di tempo e loco poste, 72 e quando l'ali fuoro aperte assai, |
Come a Virgilio piacque, io mi avvinghiai al suo collo; e lui colse il momento propizio e quando le immense ali (del mostro punitore operante nell'inquinamento), forono aperte al massimo (per abbracciarci tutto in una buia ombra mortale), |
appigliò sé a le vellute coste; di vello in vello giù discese poscia 75 tra 'l folto pelo e le gelate croste. |
si aggrappò alle "vellute coste"; e "di vello in vello" (così come di cerchio in cerchio eravamo venuti) egli discese tra il folto pelo (dei peccati) e le gelate croste (dell'espiazione). |
Quando noi fummo là dove la coscia si volge, a punto in sul grosso de l'anche, 78 lo duca, con fatica e con angoscia, |
Quando noi fummo lì dove la coscia si volge verso il grosso dell'anche, il duce, con fatica e con angoscia (poiché il male sulla Terra divenuto maggiore gli procurava grande amarezza), |
volse la testa ov'elli avea le zanche, e aggrappossi al pel com'om che sale, 81 sì che 'n inferno i' credea tornar anche. |
volse la testa dov'erano le gambe, aggrappandosi al pelo come per salire, così che io credetti ritornasse nell'inferno terrestre. |
«Attienti ben, ché per cotali scale», disse 'l maestro, ansando com'uom lasso, 84 «conviensi dipartir da tanto male». |
«Afferrati bene, che per queste scale (tra i peccati e l'espiazione)», disse il maestro ansando come uomo stanco, «ci conviene dipartire subito da tanto male». |
Poi uscì fuor per lo fóro d'un sasso, e puose me in su l'orlo a sedere; 87 appresso porse a me l'accorto passo. |
Poi uscì attraverso il foro di un sasso (dal pelo del peccato), e pose me sull'orlo a sedere; dopo mi offrì il sicuro passaggio (che mi avrebbe consentito di uscire dal luogo infernale).
Qual'era "l'accorto passo" se non un mezzo di trasporto extraterrestre fuoriuscito dalla roccia e proveniente da uno dei vari astroporti esistenti all'interno del pianeta, che è "un sasso" nell'immensità del Cosmo? |
Io levai li occhi e credetti vedere Lucifero com'io l'avea lasciato, 90 e vidili le gambe in sù tenere; |
Io levai gli occhi e credetti di vedere Lucifero come prima lo avevo lasciato, ma lo vidi con le gambe rivolte in su; |
e s'io divenni allora travagliato, la gente grossa il pensi, che non vede 93 qual è quel punto ch'io avea passato. |
e se io rimasi allora scombussolato e confuso, soltanto la gente che non vede nel vero se ne può meravigliare, perché non riesce a comprendere quale punto io avevo attraversato. |
«Lèvati sù», disse 'l maestro, «in piede: la via è lunga e 'l cammino è malvagio, 96 e già il sole a mezza terza riede». |
«Levati sù», disse il maestro, «in piedi: la via per giungere alla Luce del Bene è lunga, il cammino è scabroso e il sole (in attesa della benefica Era dell'Acquario) è già alla metà della terza parte (del suo cammino in questa Era)». |
Non era camminata di palagio là 'v'eravam, ma natural burella 99 ch'avea mal suolo e di lume disagio. |
Non era una "camminata di palagio" stanza da passeggio là dove noi eravamo, ma "natural burella" passaggio interno dell'infernale pianeta Terra e pertanto aveva "malefico suolo" ed era privo di benefica Luce.
Esistono in realtà numerosi passaggi sotterranei, perforazioni cavernose attraverso montagne e sottosuoli che collegano a volte tra loro, come canali artificali, diversse zone e diversi mari. Tali passaggi mettono in comunicazione le diverse basi spaziali extraterrestri (astroporti), esistenti nel sottosuolo del pianeta, dove operano gli Extraterrestri, pronti ad intervenire, quando giungerà il momento, essendo necessario attutire l'urto violento di tutti i valori negativi che l'Umanità riceve di rimando per la Divina Legge di "CausaEffetto". |
«Prima ch'io de l'abisso mi divella, maestro mio», diss'io quando fui dritto, 102 «a trarmi d'erro un poco mi favella: |
«Prima che mi diparta dall'abisso infernale, maestro mio», io dissi quando fui ritornato dritto (sui miei piedi, nel mio naturale peso corporeo), «toglimi i miei dubbi e i miei errori e dimmi: |
ov'è la ghiaccia? e questi com'è fitto sì sottosopra? e come, in sì poc'ora, 105 da sera a mane ha fatto il sol tragitto?» |
dov'è il ghiaccio? e questo mostro inquinante com'è confitto sottosopra? e come, in così poco tempo, il sole ha percorso tutto il suo tragitto dalla notte al giorno?» |
Ed elli a me: «Tu imagini ancora d'esser di là dal centro, ov'io mi presi 108 al pel del vermo reo che 'l mondo fóra. |
Ed egli a me: «Tu credi di essere ancora di là dal centro (all'altra parte del pianeta, al buio che da poco abbiamo lasciato), lì dove io mi aggrappai al pelo del verme di energia distruttiva che tutto il mondo perfora. |
Di là fosti cotanto quant'io scesi; quand'io mi volsi, tu passasti 'l punto 111 al qual si traggon d'ogne parte i pesi. |
Di là tu fosti fino a quando io scesi, con le tue braccia avvinghiate al collo, ma quando mi volsi all'inverso, tu passasti il punto (del nucleo centrale terrestre), da cui si irradia la forza di gravità. |
E se' or sotto l'emisperio giunto ch'è contraposto a quel che la gran secca 114 coverchia, e sotto 'l cui colmo consunto fu l'uom che nacque e visse sanza pecca: tu hai i piedi in su picciola spera 117 che l'altra faccia fa de la Giudecca. |
Ed ora sei giunto sotto l'emisfero che è contrapposto a quello tormentato dalla "gran secca" arsura che ricade sul mondo (come l'ombra di quella Croce che fu issata sul Golgota) dove gli uomini, raggiungendo il colmo della malvagità, massacrarono il Cristo "l'uom che nacque e visse sanza pecca": tu hai i piedi sulla piccola sfera che forma l'altra faccia del piccolo pianeta Terra che è la "Giudecca" (il mondo dei Giudei, il mondo dei traditori). |
Qui è da man, quando di là è sera; e questi, che ne fé scala col pelo, 120 fitto è ancora sì come prim'era. |
Qui è mattino quando di là è sera; e questo verme, che perfora il mondo e che ci fece scala col "pelo" dei peccati, è ancora conficcato nel ghiaccio come prima. |
Da questa parte cadde giù dal cielo; e la terra, che pria di qua si sporse, 123 per paura di lui fé del mar velo, |
Cadde da questa parte giù dal cielo; e la terra, che prima di qua si sporse, per paura di lui si nascose nel mare,
Il "mostro" che "'l mondo fóra" cadde dallo spazio di ritorno, quale deleteria energia emanata dall'uomo e uscì col corpo dalla parte opposta del pianeta. |
È chiaro il riferimento al profetizzato squilibrio provocato dalla Scienza e dagli umani impulsi di energia malefica che il pianeta assorbe. Tale squilibrio rende possibile la frattura e la conseguente deriva del continente europeo occidentale e di conseguenza la divisione del mare che, secondo profezia, a causa di enormi sprofondamenti, diverrà la parte nord dell'Europa e spingerà le coste Jugoslave verso ovest per l'inevitabile abbassamento delle basi di sostegno. Albania, Grecia e Turchia subiranno le medesime conseguenze, la Sicilia si spaccherà in due e la parte orientale si dividerà dal mare all'altezza del Belice. Diverse nazioni scompariranno sotto le acque e nell'Atlantico e nel Pacifico emergeranno le terre sommerse e "la terra che prima di qua si sporse per paura di lui fé del mar velo".
e venne a l'emisperio nostro; e forse per fuggir lui lasciò qui loco vòto 126 quella ch'appar di qua, e sù ricorse». |
e venne all'emisfero nostro; e forse per fuggir lasciò lui qui il luogo vuoto e quella che appare di qua si assestò in superficie».
Attraverso gli studi effettuati nel sottosuolo del pianeta si è riscontrato che avvengono tali fenomeni. La forza di gravità che sostiene i corpi sul piano stabilizzante dell'asse terrestre agisce con funzione determinante sul moto innaturale nel mare e nel sottosuolo roccioso, provocando lo spostamento nell'assestamento degli stessi che per fuggire lo squilibrio lasciano il "loco vòto". |
Luogo è là giù da Belzebù remoto tanto quanto la tomba si distende, 129 che non per vista, ma per suono è noto |
"Laggiù", nell'interno della Terra, esiste un luogo lontano dal male e che si estende quanto il pianeta Terra, "tomba" dell'anima, che non per vista, ma per benefica risonanza è noto nell'Universo |
d'un ruscelletto che quivi discende per la buca d'un sasso, ch'elli ha roso, 132 col corso ch'elli avvolge, e poco pende. |
per un "ruscelletto" (di energia vitale che viene irradiata dai Fratelli del cielo sulla povera Umanità malata) che giù discende attraverso "la buca d'un sasso" (il pianeta è un sasso nell'immensità del Cosmo) che il ruscelletto ha scavato con la sua spirale energetica che lo avvolge e poco pende (nel malefico baratro la leggera pendenza lo porta a tenersi discosto dal Male, che su questo "sasso" ogni cosa compenetra). |
Lo duca e io per quel cammino ascoso intrammo a ritornar nel chiaro mondo; 135 e sanza cura aver d'alcun riposo, |
Il duca ed io, attraverso quel cammino nascosto, entrammo nel chiaro mondo (extraterrestre, dove esistono degli astroporti); ed essendo vicini alla meta, non avemmo cura più di alcun riposo, |
salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch'i' vidi de le cose belle che porta 'l ciel, per un pertugio tondo. 139 E quindi uscimmo a riveder le stelle. |
salimmo su (con un mezzo spaziale) egli primo ed io secondo, tanto che io vidi di quelle cose belle (dischi volanti) (Canto I v. 42) che portano al cielo, attraverso "un pertugio tondo" (che potrebbe essere il polo nord, o uno dei tanti crateri che si aprono sulla superficie del pianeta e dai quali si può uscire nello spazio senza nuocere all'energia del Cosmo). E quindi uscimmo a riveder le stelle (con più cosciente intendere dopo aver conosciuto l'inferno tutto). Le Stelle, le molte stanze della Casa del Padre di cui parlava Gesù, gli innumerevoli pianeti del Cosmo infinito, "la Casa del Padre", dove, a tutela del Divenire eterno della Creazione esistono dei "responsabili" della esecuzione del "Grande Disegno Divino", i quali, secolo dopo secolo, senza che l'umanità se ne rendese conto, l'hanno attivamente guidata durante il cammino evolutivo, nel bene e nel male, per ricondurla "Cosciente", alla Originaria Fonte dalla quale, nella notte dei tempi, ebbe il "Principio". |