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La Commedia
di Dante Alighieri

alla luce della Filosofia Cosmica
in chiave parapsicologica

INFERNO ­ Canto XX

nel libero commento di Giovanna Viva

[linea separazione]

Cerchio ottavo: fraudolenti ­ divulgatori del falso ­ dogmatizzatori di Divin concetti
Bolgia quarta: Anfiarao ­ Tiresia ­ Manto ­ Virgilio parla dell'origine di Mantiva ­ Euripilo ­ Michele Scotti ed altri

Coloro che hanno distorto le Leggi Divine, hanno il corpo distorto


       Di nova pena mi conven far versi
     e dar matera al ventesimo canto
   3 de la prima canzon ch'è d'i sommersi.

Di strana pena mi convien far versi
e al ventesimo canto dar sostanza
per la cantica prima, dei sommersi
nel fondo di malefica ignoranza.

       Io era già disposto tutto quanto
     a riguardar ne lo scoperto fondo,
   6 che si bagnava d'angoscioso pianto;

Io ero già proteso tutto quanto
per riguardare nel visibil fondo,
che si bagnava d'angoscioso pianto
di quelli che nel lor tempo passato
parlar del Vero avrebbero dovuto.

Erano i sacerdoti d'ogni tempo
che in vendetta e in odio avean travolto
perdono e amor che Cristo ci portò
e che ora aveano sulle spalle il volto.


       e vidi gente per lo vallon tondo
     venir, tacendo e lagrimando, al passo
   9 che fanno le letane in questo mondo.

Essi venian tacendo e lacrimando
per questa Terra, grande "vallon tondo",
al passo delle molte processioni,
da lor tenute nel tempo passato,
allora che sfilavan in litanie,
pur se mandavano a morte i giusti
che avevano incolpati di eresie.

       Come 'l viso mi scese in lor più basso,
     mirabilmente apparve esser travolto
  12 ciascun tra 'l mento e 'l principio del casso,

Quando lo sguardo mio scese più in basso
io vidi che ognuno aveva la testa
distorta, similmente a quel pensiero
che fu distorto un giorno nel passato
in quelli che volean sapere il Vero.

       ché da le reni era tornato 'l volto,
     e in dietro venir li convenia,
  15 perché 'l veder dinanzi era lor tolto.

Col viso sulle reni rivoltato,
a camminare indietro eran costretti,
che a questi l'avanzar venia negato,
ché i loro dogmi avevano precluso
guardare nel futuro, al dopomorte,
a chi bramava intendere "lo Suso".

La vita umana passa come il lampo
ed ora non potean tornare indietro,
ritrovare voleano il tempo perso,
ma nel tempo che avanza non v'è scampo,
pertanto avevano il corpo retroverso.


       Forse per forza già di parlasia
     si travolse così alcun del tutto;
  18 ma io nol vidi, né credo che sia.

Parevan da paralisi ammorbati,
ma non ricordo d'aver visto mai
simili corpi nei tempi passati.
Forse che a forza di parlar nel falso
si stravolsero tutti in tal maniera
costoro che mai disser cosa vera?

       Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto
     di tua lezione, or pensa per te stesso
  21 com'io potea tener lo viso asciutto,

Se Dio t'aiuta ad ammaestrar la mente
pensa o lettor, se io potea frenare
il pianto che sgorgava immantinente

       quando la nostra imagine di presso
     vidi sì torta, che 'l pianto de li occhi
  24 le natiche bagnava per lo fesso.

per quella umana immagine distorta
e nel veder, su membra tanto strambe,
lo scorrer delle lacrime, ahime!,
fin giù per la fessura tra le gambe.

       Certo io piangea, poggiato a un de' rocchi
     del duro scoglio, sì che la mia scorta
  27 mi disse: «Ancor se' tu de li altri sciocchi?

Ed io piangea poggiato ad un de' rocchi
del duro scoglio, allor Virgilio disse:
«Ignori anche tu con gli altri sciocchi
che il duol riporta l'Equilibrio perso,
che il pianto lava l'anima e gli occhi?

       Qui vive la pietà quand'è ben morta;
     chi è più scellerato che colui
  30 che al giudicio divin passion comporta?

Qui vive la pietà quand'essa è morta:
Vivrebbe, cioè, pietà se morto fosse
ogni dolore in questa malaterra,
e più nessuno si purificasse,
ché Divina pietà dolor promosse;
lo disse il Cristo ch'è l'Amor di Dio:
"Ognuno avrà il Calvario e la sua croce,
si viene al Padre sol per mezzo mio"
seguendo cioè, la strada, il mio soffrire.
Ma... chi è più scellerato di colui
che al Giudicio Divin passion comporta?

       Drizza la testa, drizza, e vedi a cui
     s'aperse a li occhi d'i Teban la terra;
  33 per ch'ei gridavan tutti: "Dove rui,

Tendi il tuo acume e vedi colui il quale
di Tebe vide aprirsi un dì la Terra
e capirai perché gridavan tutti:

[chiarificazioni inferno] Anfiarao ­ Min Oxsa [chiarificazione precedente] [chiarificazione seguente]

Il regno di MIN­OXA, delle piccole ossa, è il Vegetale.
Cfr. voc. "ossa­oxsa" ­ "Oxsa": composto eterociclico,
"ETEROCICLICO": composto organico che struttura i vegetali (le piccole ossa).
Min­oxsa: pron.: minos.



       Anfïarao? perché lasci la guerra?".
     E non restò di ruinare a valle
  36 fino a Minòs che ciascheduno afferra.

"Anfiarao, perché lasci la guerra?"

Egli aveva, con arti d'indovino,
previsto già la sua morte in battaglia;
per vincere la forza del destino,
a riparar dalle armi del nemico
scappò, ma poi, sorpreso dalla moglie,
costruì un gran carro in uso al tempo antico.

Ma stabilita era la morte in guerra
e cadde giù quell'anima a Minos,
ch'è Giustizia di Dio che tutti afferra.

Ei non restò più in terra a rovinare,
cadde perciò nel regno vegetale
dove "MIN OXSA" le colpe cancella.
Spirito punitore è là Min­Oxsa,
preposto alle Karmiche funzioni
e, per quanto parere strano possa,
potrebbe pur l'ignaro potatore
esser "Mano Divina" in questa "fossa";
così come colui che appicca il fuoco
potrebbe far funzion di punitore
ed anche, a riguardar, lo mondo vano,
il medico che amputa l'umano.
Così come Caronte su per l'onda
è simile alla morte, che traghetta
le anime dall'una all'altra sponda.

[chiarificazioni inferno] [chiarificazione precedente] [chiarificazione seguente]



       Mira c'ha fatto petto de le spalle:
     perché volle veder troppo davante,
  39 di retro guarda e fa retroso calle.

Vedi che ha il petto al posto delle spalle,
perché volle guardar fin troppo avanti,
alla "Morte" che l'uomo non accetta,
perciò egli fa così a ritroso il calle.

Non è peccato leggere il futuro,
si può guardare nellevoluzione
dell'eterno avanzar senza stazione;

Però l'umano non eccetta tutto
specie la Morte se non è maturo,
la morte è per l'uman soltanto un lutto.


       Vedi Tiresia, che mutò sembiante
     quando di maschio femmina divenne,
  42 cangiandosi le membra tutte quante;

Vedi Tiresia che mutò sembiante
quando da uomo, femmina divenne,
perché ignorò le leggi tutte quante;

       e prima, poi, ribatter li convenne
     li duo serpenti avvolti, con la verga,
  45 che rïavesse le maschili penne.

si narra che le serpi fu costretto
batter più volte col membro virile
per riacquistare il suo maschile aspetto.

Questa è la legge che giammai consente,
nell'Equilibrio dell'Evoluzione,
che spunti un occhio dove nasce un dente.


       Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga,
     che ne' monti di Luni, dove ronca
  48 lo Carrarese che di sotto alberga,

Aronta è quel ch'avanti ci ha le spalle,
e al ventre di Tiresia ora s'atterga
per proseguire sul penoso calle.

Lassù sui monti etruschi egli aveva,
verso città di Luni, una dimora,
dove giù il Carrese si stendeva,


       ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca
     per sua dimora; onde a guardar le stelle
  51 e 'l mar no li era la veduta tronca.

fra i bianchi marmi egli volle abitare,
perché lassù mirare si poteva,
per le divinazion, le stelle e il mare.

(Ma la divinazion mai fu peccato
se la "divin'azione" rispettò)


       E quella che ricuopre le mammelle,
     che tu non vedi, con le trecce sciolte,
  54 e ha di là ogne pilosa pelle,

E quella coi capelli sopra il seno,
perché al contrario sono le sue spalle
ed all'inverso ha la pelosa pelle,

       Manto fu, che cercò per terre molte;
     poscia si puose là dove nacqu'io;
  57 onde un poco mi piace che m'ascolte.

è la maga di Tebe, che vagò
a lungo, ed io vorrei che m'ascoltasse,
(cioè, che il mio messaggio un dì leggesse)
ché al posto dov'io nacqui si fermò.

       Poscia che 'l padre suo di vita uscìo,
     e venne serva la città di Baco,
  60 questa gran tempo per lo mondo gio.

E quando il padre suo lasciò la Terra
e tenne schiava la città di Baco,
Manto, gran tempo per il mondo andò.

       Suso in Italia bella giace un laco,
     a piè de l'Alpe che serra Lamagna
  63 sovra Tiralli, c'ha nome Benaco.

Su nell'Italia bella giace un lago,
ai pié dell'Alpe che cinge Lamagna,
sopra il Tirolo, ch'ha nome Benaco.

       Per mille fonti, credo, e più si bagna
     tra Garda e Val Camonica e Pennino
  66 de l'acqua che nel detto laco stagna.

Per mille fonti e più forse si bagna,
tra Garda, Val Canonica e Pennino,
tutt'intorno la splendida campagna.

       Loco è nel mezzo là dove 'l trentino
     pastore e quel di Brescia e 'l veronese
  69 segnar poria, s'e' fesse quel cammino.

Nel mezzo è un luogo dove ogni pastore
dei dintroni, che va per quella via,
farsi dovrebbe il segno della croce,
ché Manto lì operò nera magia.

       Siede Peschiera, bello e forte arnese
     da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi,
  72 ove la riva 'ntorno più discese.

Siede Peschiera, splendido paese,
di fronte a Brescia e al Bergamasco, lì
dove la riva intorno ha più discese.

       Ivi convien che tutto quanto caschi
     ciò che 'n grembo a Benaco star non può,
  75 e fassi fiume giù per verdi paschi.

Ma qui convien che tutta l'acqua caschi,
quella che in Benaco star non può
e tutta in fiume vada ai verdi paschi.

       Tosto che l'acqua a correr mette co,
     non più Benaco, ma Mencio si chiama
  78 fino a Governol, dove cade in Po.

Inizia ancora a scorrer per un po',
il Benaco di Mincio prende nome
e il tutto si riversa poi nel Po.

       Non molto ha corso, ch'el trova una lama,
     ne la qual si distende e la 'mpaluda;
  81 e suol di state talor essere grama.

L'acqua, poco lontano, trova un basso,
dentro cui si distende e fa palude
che nell'estate resta asciutta spesso.

       Quindi passando la vergine cruda
     vide terra, nel mezzo del pantano,
  84 sanza coltura e d'abitanti nuda.

Vi passò Manto, crudele fanciulla,
vide la terra dura nel pantano,
senza abitanti, così incolta e brulla.

       Lì, per fuggire ogne consorzio umano,
     ristette con suoi servi a far sue arti,
  87 e visse, e vi lasciò suo corpo vano.

Lì per fuggire ogni consorzio umano,
rimase a far le sue magie crudeli
coi servi e vi lasciò il suo corpo vano.

       Li uomini poi che 'ntorno erano sparti
     s'accolsero a quel loco, ch'era forte
  90 per lo pantan ch'avea da tutte parti.

Gli uomini, d'intorno alla campagna,
accorsero via via tutti in quel luogo
fertile, per l'acqua che vi stagna.

       Fer la città sovra quell'ossa morte;
     e per colei che 'l loco prima elesse,
  93 Mantüa l'appellar sanz'altra sorte.

E sorse una città sulle ossa morte
di Manto che per prima il luogo elesse
e "Mantua" si chiamò quel luogo forte.

       Già fuor le genti sue dentro più spesse,
     prima che la mattia da Casalodi
  96 da Pinamonte inganno ricevesse.

Prima che il frodolento Pinamonte
tradisse il conte Alberto Casalodi,
i Mantovan fur numerosi molto.

       Però t'assenno che, se tu mai odi
     originar la mia terra altrimenti,
  99 la verità nulla menzogna frodi».

T'ammonisco a chiarir la verità
qual'ora un dì sentire tu dovessi
l'origine falsar di mia città».

       E io: «Maestro, i tuoi ragionamenti
     mi son sì certi e prendon sì mia fede,
 102 che li altri mi sarien carboni spenti.

E io: «Maestro, i tuoi ragionamenti
mi dan fiducia piena 'sì che l'altri
sarebbero per me carboni spenti.

       Ma dimmi, de la gente che procede,
     se tu ne vedi alcun degno di nota;
 105 ché solo a ciò la mia mente rifiede».

Ma dimmi, tra la gente che procede,
ne vedi ancuno tu degno di nota?
questo soltanto il mio saper richiede».

       Allor mi disse: «Quel che da la gota
     porge la barba in su le spalle brune,
 108 fu ­ quando Grecia fu di maschi vòta,

«Quello la cui barba, dalle gote
in su le spalle» disse, «gli ricade,
profeta in Grecia fu quando, di maschi,
la guerra di Troia le case vuotò
lasciando solo i bimbi nelle culle,

       sì ch'a pena rimaser per le cune ­
     augure, e diede 'l punto con Calcanta
 111 in Aulide a tagliar la prima fune.

Per volere degli "Dei " indicò il momento,
nel porto di Aulide, con Calcante,
di tagliare la fune dell'armamento,
di sciogliere gli ormeggi della flotta.

       Euripilo ebbe nome, e così 'l canta
     l'alta mia tragedìa in alcun loco:
 114 ben lo sai tu che la sai tutta quanta.

Euripilo ebbe nome e di lui canta
un'alta mia tragedia a un certo punto;
(l'Eneide) che tu sai tutta quanta
nel suo elevato stile ed argomento.

       Quell'altro che ne' fianchi è così poco,
     Michele Scotto fu, che veramente
 117 de le magiche frode seppe 'l gioco.

Quell'altro che nei fianchi è sì minuto
Michele Scotto fu, che in frodi magiche,
già sempre nelle corti avea vissuto.

       Vedi Guido Bonatti; vedi Asdente,
     ch'avere inteso al cuoio e a lo spago
 120 ora vorrebbe, ma tardi si pente.

Vedi Guido Bonatti e vedi Asdente
così chiamato per i denti storti,
ch'esser vorrebbe ancora, ed or si pente,
l'umile calzolaio d'una volta,
anzicché divenir grande scienziato
e, delle corti astrologo famoso.

       Vedi le triste che lasciaron l'ago,
     la spuola e 'l fuso, e fecersi 'ndivine;
 123 fecer malie con erbe e con imago.

Vedi le triste che lasciar la vera
bell'arte del ricamo e del tessuto
per le magie con l'erbe e con la cera.

(Un vescovo fu allora giustiziato,
ché, fondendo un'immagine di cera,
di far morire un papa avea tentato,
e nel milletrecentodiciannove
altro processo sorgeva a Milano,
accusati i Visconti in tal momento
d'aver cercato di sventar la morte
del papa con immagine d'argento).

[chiarificazioni inferno] Caino e le spine [chiarificazione precedente] [chiarificazione seguente]


       Ma vienne omai, ché già tiene 'l confine
     d'amendue li emisperi e tocca l'onda
 126 sotto Sobilia Caino e le spine;

Ma già tra cielo e mare sul confine,
ad occidente, lì verso Siviglia,
giunge tra i due emisferi e tocca l'onda,
la Luna con Caino e le sue spine.

(Secondo una leggenda popolare,
quando la Luna ha la faccia tonda,
in una scura gran macchia lunare,
si vede la figura di Caino
con un fascio di spine sulle spalle,
sono i dolori dell'Umanità
che "Caino" ci porta in questa valle...).

Ma spesso la leggenda è verità
Caino raffigura il Cainismo,
il negativo, Umanità malvagia,
così come Abele, l'Abelismo,
il polo positivo che primeggia.

Tra questi poli opposti è assorbita
tra Male e Bene, fra la luce e il buio,
come in lampada elettrica, la vita.

La Luna ci tramuta in negativo
il positivo che tramanda il Sole
e alcune malattie, come si sa,
di notte quando c'è la luna piena,
aumentan del soffrir l'intensità.

[chiarificazioni inferno] [chiarificazione precedente] [chiarificazione seguente]



       e già iernotte fu la luna tonda:
     ben ten de' ricordar, ché non ti nocque
     alcuna volta per la selva fonda».
 130   Sì mi parlava, e andavamo introcque.

E perciò il gran Virgilio dice a Dante:
E già iernotte fu la luna piena
e molto bene devi ricordare
che in questa Terra, buia "selva fonda",
giammai ti nocque il chiaro della luna
col suo gran negativo influsso astrale,
perché di positivo sei irrorato».
E così proseguendo mi diceva
che dal terrestre male ero salvato.

[linea separazione]

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