nel libero commento di Giovanna Viva
Cerchio ottavo: fraudolenti divulgatori del falso dogmatizzatori di Divin concetti
Bolgia quarta: Anfiarao Tiresia Manto Virgilio parla dell'origine di Mantiva Euripilo Michele Scotti ed altri
Di nova pena mi conven far versi e dar matera al ventesimo canto 3 de la prima canzon ch'è d'i sommersi. |
Di strana pena mi convien far versi e al ventesimo canto dar sostanza per la cantica prima, dei sommersi nel fondo di malefica ignoranza. |
Io era già disposto tutto quanto a riguardar ne lo scoperto fondo, 6 che si bagnava d'angoscioso pianto; |
Io ero già proteso tutto quanto per riguardare nel visibil fondo, che si bagnava d'angoscioso pianto di quelli che nel lor tempo passato parlar del Vero avrebbero dovuto.
Erano i sacerdoti d'ogni tempo |
e vidi gente per lo vallon tondo venir, tacendo e lagrimando, al passo 9 che fanno le letane in questo mondo. |
Essi venian tacendo e lacrimando per questa Terra, grande "vallon tondo", al passo delle molte processioni, da lor tenute nel tempo passato, allora che sfilavan in litanie, pur se mandavano a morte i giusti che avevano incolpati di eresie. |
Come 'l viso mi scese in lor più basso, mirabilmente apparve esser travolto 12 ciascun tra 'l mento e 'l principio del casso, |
Quando lo sguardo mio scese più in basso io vidi che ognuno aveva la testa distorta, similmente a quel pensiero che fu distorto un giorno nel passato in quelli che volean sapere il Vero. |
ché da le reni era tornato 'l volto, e in dietro venir li convenia, 15 perché 'l veder dinanzi era lor tolto. |
Col viso sulle reni rivoltato, a camminare indietro eran costretti, che a questi l'avanzar venia negato, ché i loro dogmi avevano precluso guardare nel futuro, al dopomorte, a chi bramava intendere "lo Suso".
La vita umana passa come il lampo |
Forse per forza già di parlasia si travolse così alcun del tutto; 18 ma io nol vidi, né credo che sia. |
Parevan da paralisi ammorbati, ma non ricordo d'aver visto mai simili corpi nei tempi passati. Forse che a forza di parlar nel falso si stravolsero tutti in tal maniera costoro che mai disser cosa vera? |
Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto di tua lezione, or pensa per te stesso 21 com'io potea tener lo viso asciutto, |
Se Dio t'aiuta ad ammaestrar la mente pensa o lettor, se io potea frenare il pianto che sgorgava immantinente |
quando la nostra imagine di presso vidi sì torta, che 'l pianto de li occhi 24 le natiche bagnava per lo fesso. |
per quella umana immagine distorta e nel veder, su membra tanto strambe, lo scorrer delle lacrime, ahime!, fin giù per la fessura tra le gambe. |
Certo io piangea, poggiato a un de' rocchi del duro scoglio, sì che la mia scorta 27 mi disse: «Ancor se' tu de li altri sciocchi? |
Ed io piangea poggiato ad un de' rocchi del duro scoglio, allor Virgilio disse: «Ignori anche tu con gli altri sciocchi che il duol riporta l'Equilibrio perso, che il pianto lava l'anima e gli occhi? |
Qui vive la pietà quand'è ben morta; chi è più scellerato che colui 30 che al giudicio divin passion comporta? |
Qui vive la pietà quand'essa è morta: Vivrebbe, cioè, pietà se morto fosse ogni dolore in questa malaterra, e più nessuno si purificasse, ché Divina pietà dolor promosse; lo disse il Cristo ch'è l'Amor di Dio: "Ognuno avrà il Calvario e la sua croce, si viene al Padre sol per mezzo mio" seguendo cioè, la strada, il mio soffrire. Ma... chi è più scellerato di colui che al Giudicio Divin passion comporta? |
Drizza la testa, drizza, e vedi a cui s'aperse a li occhi d'i Teban la terra; 33 per ch'ei gridavan tutti: "Dove rui, |
Tendi il tuo acume e vedi colui il quale di Tebe vide aprirsi un dì la Terra e capirai perché gridavan tutti: |
Il regno di MINOXA, delle piccole ossa, è il Vegetale.
Cfr. voc. "ossaoxsa" "Oxsa": composto eterociclico,
"ETEROCICLICO": composto organico che struttura i vegetali (le piccole ossa).
Minoxsa: pron.: minos.
Anfïarao? perché lasci la guerra?". E non restò di ruinare a valle 36 fino a Minòs che ciascheduno afferra. |
"Anfiarao, perché lasci la guerra?"
Egli aveva, con arti d'indovino,
Ma stabilita era la morte in guerra
Ei non restò più in terra a rovinare, |
Mira c'ha fatto petto de le spalle: perché volle veder troppo davante, 39 di retro guarda e fa retroso calle. |
Vedi che ha il petto al posto delle spalle, perché volle guardar fin troppo avanti, alla "Morte" che l'uomo non accetta, perciò egli fa così a ritroso il calle.
Non è peccato leggere il futuro,
Però l'umano non eccetta tutto |
Vedi Tiresia, che mutò sembiante quando di maschio femmina divenne, 42 cangiandosi le membra tutte quante; |
Vedi Tiresia che mutò sembiante quando da uomo, femmina divenne, perché ignorò le leggi tutte quante; |
e prima, poi, ribatter li convenne li duo serpenti avvolti, con la verga, 45 che rïavesse le maschili penne. |
si narra che le serpi fu costretto batter più volte col membro virile per riacquistare il suo maschile aspetto.
Questa è la legge che giammai consente, |
Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga, che ne' monti di Luni, dove ronca 48 lo Carrarese che di sotto alberga, |
Aronta è quel ch'avanti ci ha le spalle, e al ventre di Tiresia ora s'atterga per proseguire sul penoso calle.
Lassù sui monti etruschi egli aveva, |
ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca per sua dimora; onde a guardar le stelle 51 e 'l mar no li era la veduta tronca. |
fra i bianchi marmi egli volle abitare, perché lassù mirare si poteva, per le divinazion, le stelle e il mare.
(Ma la divinazion mai fu peccato |
E quella che ricuopre le mammelle, che tu non vedi, con le trecce sciolte, 54 e ha di là ogne pilosa pelle, |
E quella coi capelli sopra il seno, perché al contrario sono le sue spalle ed all'inverso ha la pelosa pelle, |
Manto fu, che cercò per terre molte; poscia si puose là dove nacqu'io; 57 onde un poco mi piace che m'ascolte. |
è la maga di Tebe, che vagò a lungo, ed io vorrei che m'ascoltasse, (cioè, che il mio messaggio un dì leggesse) ché al posto dov'io nacqui si fermò. |
Poscia che 'l padre suo di vita uscìo, e venne serva la città di Baco, 60 questa gran tempo per lo mondo gio. |
E quando il padre suo lasciò la Terra e tenne schiava la città di Baco, Manto, gran tempo per il mondo andò. |
Suso in Italia bella giace un laco, a piè de l'Alpe che serra Lamagna 63 sovra Tiralli, c'ha nome Benaco. |
Su nell'Italia bella giace un lago, ai pié dell'Alpe che cinge Lamagna, sopra il Tirolo, ch'ha nome Benaco. |
Per mille fonti, credo, e più si bagna tra Garda e Val Camonica e Pennino 66 de l'acqua che nel detto laco stagna. |
Per mille fonti e più forse si bagna, tra Garda, Val Canonica e Pennino, tutt'intorno la splendida campagna. |
Loco è nel mezzo là dove 'l trentino pastore e quel di Brescia e 'l veronese 69 segnar poria, s'e' fesse quel cammino. |
Nel mezzo è un luogo dove ogni pastore dei dintroni, che va per quella via, farsi dovrebbe il segno della croce, ché Manto lì operò nera magia. |
Siede Peschiera, bello e forte arnese da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi, 72 ove la riva 'ntorno più discese. |
Siede Peschiera, splendido paese, di fronte a Brescia e al Bergamasco, lì dove la riva intorno ha più discese. |
Ivi convien che tutto quanto caschi ciò che 'n grembo a Benaco star non può, 75 e fassi fiume giù per verdi paschi. |
Ma qui convien che tutta l'acqua caschi, quella che in Benaco star non può e tutta in fiume vada ai verdi paschi. |
Tosto che l'acqua a correr mette co, non più Benaco, ma Mencio si chiama 78 fino a Governol, dove cade in Po. |
Inizia ancora a scorrer per un po', il Benaco di Mincio prende nome e il tutto si riversa poi nel Po. |
Non molto ha corso, ch'el trova una lama, ne la qual si distende e la 'mpaluda; 81 e suol di state talor essere grama. |
L'acqua, poco lontano, trova un basso, dentro cui si distende e fa palude che nell'estate resta asciutta spesso. |
Quindi passando la vergine cruda vide terra, nel mezzo del pantano, 84 sanza coltura e d'abitanti nuda. |
Vi passò Manto, crudele fanciulla, vide la terra dura nel pantano, senza abitanti, così incolta e brulla. |
Lì, per fuggire ogne consorzio umano, ristette con suoi servi a far sue arti, 87 e visse, e vi lasciò suo corpo vano. |
Lì per fuggire ogni consorzio umano, rimase a far le sue magie crudeli coi servi e vi lasciò il suo corpo vano. |
Li uomini poi che 'ntorno erano sparti s'accolsero a quel loco, ch'era forte 90 per lo pantan ch'avea da tutte parti. |
Gli uomini, d'intorno alla campagna, accorsero via via tutti in quel luogo fertile, per l'acqua che vi stagna. |
Fer la città sovra quell'ossa morte; e per colei che 'l loco prima elesse, 93 Mantüa l'appellar sanz'altra sorte. |
E sorse una città sulle ossa morte di Manto che per prima il luogo elesse e "Mantua" si chiamò quel luogo forte. |
Già fuor le genti sue dentro più spesse, prima che la mattia da Casalodi 96 da Pinamonte inganno ricevesse. |
Prima che il frodolento Pinamonte tradisse il conte Alberto Casalodi, i Mantovan fur numerosi molto. |
Però t'assenno che, se tu mai odi originar la mia terra altrimenti, 99 la verità nulla menzogna frodi». |
T'ammonisco a chiarir la verità qual'ora un dì sentire tu dovessi l'origine falsar di mia città». |
E io: «Maestro, i tuoi ragionamenti mi son sì certi e prendon sì mia fede, 102 che li altri mi sarien carboni spenti. |
E io: «Maestro, i tuoi ragionamenti mi dan fiducia piena 'sì che l'altri sarebbero per me carboni spenti. |
Ma dimmi, de la gente che procede, se tu ne vedi alcun degno di nota; 105 ché solo a ciò la mia mente rifiede». |
Ma dimmi, tra la gente che procede, ne vedi ancuno tu degno di nota? questo soltanto il mio saper richiede». |
Allor mi disse: «Quel che da la gota porge la barba in su le spalle brune, 108 fu quando Grecia fu di maschi vòta, |
«Quello la cui barba, dalle gote in su le spalle» disse, «gli ricade, profeta in Grecia fu quando, di maschi, la guerra di Troia le case vuotò lasciando solo i bimbi nelle culle, |
sì ch'a pena rimaser per le cune augure, e diede 'l punto con Calcanta 111 in Aulide a tagliar la prima fune. |
Per volere degli "Dei " indicò il momento, nel porto di Aulide, con Calcante, di tagliare la fune dell'armamento, di sciogliere gli ormeggi della flotta. |
Euripilo ebbe nome, e così 'l canta l'alta mia tragedìa in alcun loco: 114 ben lo sai tu che la sai tutta quanta. |
Euripilo ebbe nome e di lui canta un'alta mia tragedia a un certo punto; (l'Eneide) che tu sai tutta quanta nel suo elevato stile ed argomento. |
Quell'altro che ne' fianchi è così poco, Michele Scotto fu, che veramente 117 de le magiche frode seppe 'l gioco. |
Quell'altro che nei fianchi è sì minuto Michele Scotto fu, che in frodi magiche, già sempre nelle corti avea vissuto. |
Vedi Guido Bonatti; vedi Asdente, ch'avere inteso al cuoio e a lo spago 120 ora vorrebbe, ma tardi si pente. |
Vedi Guido Bonatti e vedi Asdente così chiamato per i denti storti, ch'esser vorrebbe ancora, ed or si pente, l'umile calzolaio d'una volta, anzicché divenir grande scienziato e, delle corti astrologo famoso. |
Vedi le triste che lasciaron l'ago, la spuola e 'l fuso, e fecersi 'ndivine; 123 fecer malie con erbe e con imago. |
Vedi le triste che lasciar la vera bell'arte del ricamo e del tessuto per le magie con l'erbe e con la cera.
(Un vescovo fu allora giustiziato, |
Ma vienne omai, ché già tiene 'l confine d'amendue li emisperi e tocca l'onda 126 sotto Sobilia Caino e le spine; |
Ma già tra cielo e mare sul confine, ad occidente, lì verso Siviglia, giunge tra i due emisferi e tocca l'onda, la Luna con Caino e le sue spine.
(Secondo una leggenda popolare,
Ma spesso la leggenda è verità
Tra questi poli opposti è assorbita
La Luna ci tramuta in negativo |
e già iernotte fu la luna tonda: ben ten de' ricordar, ché non ti nocque alcuna volta per la selva fonda». 130 Sì mi parlava, e andavamo introcque. |
E perciò il gran Virgilio dice a Dante: E già iernotte fu la luna piena e molto bene devi ricordare che in questa Terra, buia "selva fonda", giammai ti nocque il chiaro della luna col suo gran negativo influsso astrale, perché di positivo sei irrorato». E così proseguendo mi diceva che dal terrestre male ero salvato. |