«La politica che praticate, produce esasperazione, odio e quant’altro di negativo, questa, è capace di fermentare. La politica deve essere corroborata dalla giustizia che vi è stata insegnata: quella del vangelo. Non vi sia ricchezza e non vi sia povertà. Ripetiamo ancora una volta: vi sia il necessario per tutti, il superfluo per nessuno. Questa è la politica che pratichiamo nei nostri mondi e che ci concede serenità, pace, amore e fratellanza. I nostri progressi spirituali, materiali, morali e scientifici sono frutti che scaturiscono da una politica incorruttibile, carica dei più evoluti concetti dei valori universali e corroborata da una coscienza che travalica ogni senso egoistico. Tutto il bene che il nostro lavoro edifica viene messo, con uguale misura, al servizio e a disposizione di tutti, nessuno escluso. Le conoscenze della nostra scienza servono, esclusivamente, ad edificare un sano e salutare progresso. Le risorse dei nostri mondi vengono sfruttate, ma non depauperate, né coercite nel loro vitale processo rigenerativo. No, amici terrestri! La politica che praticate è deleteria ed il suo terminale altro non produrrà se non il caos.
Se continuerete a correre verso il superfluo, presto vi mancherà il necessario. Registriamo i discorsi che fanno i vostri esperti per proporre questo o l’altro sistema, cercando in questo o in quell’altro modo la soluzione del progressivo dissesto economico mondiale. Discorsi inutili e senza senso, se rimangono assenti i valori basilari della conoscenza, della coscienza e della indispensabile necessità di eliminare i disquilibri che provocano i folli consumisti, gli sfruttamenti indiscriminati delle risorse naturali, gli sconvolgimenti dei dinamismi ecologici, l’ipercaotico desiderio di possedere il superfluo, logorando sistematicamente il sistema organico del già decadente ciclo vitale del vostro pianeta.
Il peggiore dei vostri mali risiede in coloro che antepongono, con ferreo cinismo, il loro egoistico potere di possesso al bene di tutta l’umanità. Se non riuscirete a fermare questo pernicioso ed egoistico potere distruttivo, la fine dell’umanità diverrà inevitabile.
Con la reale giustizia si raggiunge la pace. Sino a quando farete perpetuare la fame, la miseria e quant’altro mette a repentaglio l’esistenza di milioni di esseri, il terrore sarà inevitabile e la pace impossibile. I consigli validi per la soluzione dei grandi problemi di fondo che travagliano l’intera umanità del pianeta terra vi sono stati elargiti tempo prima del raggiungimento del punto ipercaotico. Non ci avete ascoltati perseverando nelle errate scelte amplificando così le difficoltà e scatenando un raptus di odio e di violenza che, certamente, condurrà il genere umano a scontri più violenti e sanguinosi.
L’affamato assalirà il sazio, il povero prenderà per la gola il ricco, l’oppresso violenterà l’oppressore ed il perseguitato terrorizzerà il persecutore. La lotta per la sopravvivenza assumerà un lento, inesorabile stillicidio di morte e di distruzione. Solo la reale giustizia potrà capovolgere la grave situazione nella quale vi trovate.
È questa la nostra legge! Sappiamo benissimo quanto sia difficile, per voi terrestri, l’accettazione di questo ordinamento, ma sarete costretti a doverlo molto meditare e dedurre, e quindi determinare la legge che consenta a tutti gli esseri viventi sul vostro pianeta di avere il necessario, abolendo il superfluo, che altro non è che sperpero delle risorse naturali e depauperazione della ricchezza di tutto il genere umano. Questo senso di responsabilità cosciente dovrà prevalere per giustizia e per amore, superando gli ostacoli che si frappongono a causa dell’ipertrofico egoismo di pochi a danno del diritto dei più. La miseria e la fame sono stimolanti di pratiche delittuose e di vizi negativi e deleteri. Il relativo bene per tutti, nessuno escluso, è il metodo più efficace e più logico per impedire la degenerazione e l’odio e per avallare un processo di vera pace fra tutti gli uomini della Terra. Non è difficile istituire e mettere in pratica questa legge universale, non è difficile se la buona volontà prevarrà con cosciente consapevolezza e con aristocraticità spirituale. Occorre creare un comune denominatore e indirizzare la grande ricchezza dell’umano lavoro in una direzione positiva, evitando la dispersione o la distruzione attraverso il negativo desiderio di avere molto per godere poco, lasciando gli altri privi di avere quel poco che gli basta per vivere. Nell’economia creativa del vostro pianeta esistono valori che sfuggono alle indagini scientifiche sino ad oggi effettuate dalla vostra scienza. Questi valori agiscono proponendo all’intelligenza azioni non conformi ai vostri desideri né alle vostre ingiuste richieste. Dovete, forzatamente, abituarvi a non richiedere l’impossibile e a regolare le vostre necessarie esigenze con una regola che sia contenuta e responsabile. Il superfluo e lo sperpero creano distonie nell’economia creativa e le ritorsioni sono la fame e la negazione dell’equilibrio in ogni senso. Bisogna soddisfare il necessario, investendo coscientemente la ricchezza di tutti e il lavoro di tutti per il benessere relativo di tutta l’umanità».
Se il governo fallisce, se le industrie agonizzano, non cerchiamo la soluzione nelle indagini, nelle riunioni sindacali, nei congressi; non limitiamoci a lanciare appelli affinché tutti prendano coscienza della realtà. AGIAMO! La soluzione esiste, una soluzione cosciente e responsabile per la sopravvivenza singola e collettiva, ma dobbiamo far presto, dobbiamo iniziare immediatamente un lavoro comune che ci veda tutti uniti in questa immensa opera di salvezza.
Milioni e milioni di ettari di terreno incolto aspettano uomini di buona volontà disposti a far rifiorire la prosperità che questa grande e generosa Madre Terra è sempre pronta ad elargire. Il progresso tecnologico ha allontanato la gioia di amare la terra; per troppo tempo l’ha inconsciamente ignorata, resa sterile e malata, ma può essere pur sempre lo stesso progresso tecnologico che può farla ritornare feconda e viva per la sopravvivenza dell’immensa famiglia umana, diversamente avviata verso un’apocalittica carestia. Ora è venuto il tempo di ritornare a lavorare i campi e l’uomo chiede soltanto di venire aiutato ad instaurare delle comunità agricole, assistito dai mezzi meccanici attualmente conosciuti, dove possa lavorare e vivere una vita serena, prosperosa e sana. La tecnologia moderna possiede efficienti mezzi che consentono di lavorare i campi e di renderli attivi e fecondi; usiamoli per depurare, irrigare, coltivare.