L'Ellenizzazione dell'insediamento
indigeno


Uno degli interrogativi più interessanti riguardo all'insediamento protostorico è quello della transizione da un villaggio di capanne indigeno ad una città greca: quale fu l'impatto fra la cultura indigena locale e la cultura greca, tecnologicamente e intellettualmente ben più avanzata, a che epoca avvenne e quale ne fu la ripercussione. Nel considerare l'ellenizzazione della cultura indigena, l'archeologo prende spunto dai suoi reperti. Le importazioni riflettono le relazioni esterne della comunità nella loro dimensione geografica e cronologica. La Sicilia occidentale venne toccata dalla colonizzazione greca piuttosto tardi. Selinunte, la fondazione greca più vicina, è del 628/27 a.C. Le prime importazioni greche raggiunsero Monte Jato, via Selinunte, verso la metà del Vi sec. a.C. Fra i primi reperti greci citiamo alcuni frammenti di ceramica medio e tardo-corinzia e attica. Le importazioni attiche prevalgono a partire dalla metà del Vi sec. All'inizio del V sec. acquistano importanza i vasi a vernice nera, anzitutto l'elegante vasellame da banchetto. Non a caso sorgono ora imitazioni locali in tecnica greca, mentre la tecnica indigena tradizionale cade in disuso. L'architettura offre ulteriori indizi sui contatti culturali con il mondo greco. Il tempio di Afrodite si è rivelato una costruzione puramente greca, e alla stessa tradizione si rialiacciano gli edifici a pianta ortogonale del V e IV secolo a.C. Da notare la precoce fondazione del tempio di Afrodite, di poco posteriore alle prime importazioni: l'ellenizzazione del mondo indigeno inizia con l'arrivo a Monte Jato di un nucleo di Greci verso la metà del VI sec. a.C. Assistiamo ad un'attiva penetrazione culturale greca, priva, almeno agli inizi, di qualsiasi connotazione politico-militare. Manca comunque ogni traccia di conquista violenta, e tutto fa pensare a una coabitazione pacifica.



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