Il quartiere medievale del teatro

I ruderi medievali rinvenuti finora datano quasi tutti degli ultimi decenni di vita di Giato, quando la città, prima e durante la grande insurrezione contro l'imperatore cristiano Federico II, era diventata l'ultimo rifugio dei musulmani. Le case, erette frettolosamente con pietre prelevate dai muri antichi, sono piuttosto mai costruite. I reperti provenienti dalle macerie di queste case sono scarsi. Ciò deriva dal fatto che gli ultimi sopravvissuti furono deportati nelle Puglie e portarono con sè quanto ancora possedevano. Al teatro, case a un solo ambiente sono regolarmente disposte a semicerchio nella cavea. I blocchi delle gradinate del teatro vennero reimpiegati sia in posizione originale che raddrizzati, o furono invece asportati e frantumati per ottenerne materiale da costruzione. A monte delle case si trova un muro di confine, e oltre ad esso, quindi fuori dell'abitato, una serie di tombe. Si tratta, secondo le usanze di allora, di semplici tombe a fossa, prive di corredo. La presenza di queste sepolture in immediata prossimità dell'abitato si spiega con lo stato d'assedio. Anche alla piazza principale, soprattutto al lato ovest meglio conosciuto, si nota un'intensa attività edilizia post-antica. I primi muri sono paleocristiani, ma non è più possibile interpretarne la pianta. Seguono varie fasi edilizie medievali che si sovrappongono. Dominano anche qui i ruderi dell'ultimo periodo. Le case sono disposte intorno ad un cortile: la vita delle donne era in tal modo sottratta alla vista di estranei. I cortili sono lastricati, le case, coperte di tegole, avevano pavimenti di battuto. All'interno della casa si trova spesso un ripiano di pietre per il letto. Uno degli angoli, separato da un muro curvo, serviva per tenervi le provviste: vi si scoprono talvolta contenitori di derrate. Una serie di sepolture risale agli ultimi anni dell'insediamento. La cisterna nel cortile della casa a peristilio continuò ad essere utilizzata nel Medioevo. La sua apertura venne rialzata in muratura: solo con la costruzione dell'ultima casa fu chiusa mediante un blocco di trabeazione del peristilio. La ceramica medievale fine di Giato, invetriata a base di piombo, piace per i suoi colori e per la sua lucidità. Bacini simili a quelli scoperti nello scavo vennero importati dalla Sicilia e inseriti per decorazione nelle pareti esterne di chiese medievali a Pisa e in altre città dell'italia centrale.



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