Corleone

Vademecum del Turista


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Racchiusa da uno scenario naturale si grande effetto, è una città che offre al visitatore attento un contesto ambientale e culturale di estremo interesse.
Volgendo lo sguardo al territorio che la circonda si può avere la possibilità di scoprire quanto la natura, dall'aspetto a volte trasparente altre insidioso, sia circondata da un fascino a cui solo gli insensibili e gli aridi di animo potrebbero rimanere indifferenti.
Infatti di indubbio interesse naturalistico risulta Rocca Busambra, nella cui parte rocciosa più impervia trovano la loro nicchia alcune piante endemiche, qui rifugiatesi per sfuggire alla rivoluzione agricola che ha sconvolto tutto il territorio circostante.
Adiacente a Rocca Busambra si estende per alcune migliaia di ettari il Bosco della Ficuzza, l'unica macchia verde della Sicilia occidentale; questo ambiente naturale ospita specie vegetali ed animali di particolare interesse.
Non è raro passeggiando per i sentieri del Bosco, che si aprono tra querceti caducifogli e macchie di rosacee arbustive, incontrare parecchie varietà di orchidee selvatiche: questa diversità di ambiente offre alla fauna adeguati rifugi e protezione, che evidenziano quella bizzarria della natura, di fronte a cui qualsiasi turista profano rimarrebbe affascinato.
foto107.jpg - 24179,0 K Attualmente sono presenti il cinghiale e il daino, insieme alla volpe, alla martora e a tanti altri piccoli roditori: nell'alta vetta di Rocca Busambra si librano in volo parecchie specie di rapaci: spicca, tra di essi, per importanza, una coppia di aquile reali.
Non a caso questo bosco fu scelto dal Re Ferdinando di Borbone quale riserva reale di caccia; questa predilezione venne dimostrata dalla cura con cui fece costruire la Palazzina Reale, affidandone la progettazione a Venanzio Marvuglia.
In prossimità del Bosco di Ficuzza si trova il lago artificiale dello Scanzano, sulla S. S. 118, creato sbarrando le acque dell'alto corso dell'Eleuterio.
Prima di arrivare a Corleone, mimetizzata dal paesaggio brullo dei seminativi, troviamo uno spettacolare scenario lungo il fiume Frattina: le "Gole del Drago".
Costituiscono un biotipo di straordinaria bellezza, con la presenza di sorgenti naturali che danno origine a piccole cascate, con rocce scavate dall'acqua che hanno acquisito le forme più suggestive, con una flora lussureggiante ed una fauna ricca e variegata.
Entrando a Corleone, già a primo acchitto, non si può fare a meno di notare uno scenario di grande effetto: il paese è circondato da una corona di rocce calcaree, le "Calcariniti glauconitiche di Corleone", uniche al mondo nella loro composizione chimica e meta di molti studiosi provenienti da tutte le parti del mondo.
Queste rocce aprono splendide gole con pareti a strapiombo per parecchi metri, tali da giustificare la denominazione di "Gran Canyon", ed entro cui si possono ammirare i resti di un antico ponte arabo-normanno, testimonianza di una delle tante dominazioni avute nel nostro territorio.
In queste gole scorre il torrente Corleone, affluente del fiume Belice, che dà origine ad uno spettacolo di immane bellezza, le "Cascate delle Due Rocche" così denominate per la caratteristica strutturale del luogo, ubicate all'interno del paese e subito raggiungibili percorrendo le antiche strade della città. Da lì è possibile ammirare il convento del SS. Salvatore che domina il paese dall'alto. Questo convento risale al 1200 e fu fondato dall'ordine delle Benedettine: un meraviglioso affresco ricopre la volta del tempio, rappresentante il trionfo di San Benedetto, opera del pittore Filippo Randazzo seguace dello Zoppo di Ganci.
Ed ancora, in una originale cornice di verde, non possono sfuggire da un lato una fontana seicentesca ad altre fontanelle a conchiglia, e dall'altro i resti del chiostro. Ulteriore testimonianza di dominazioni arabe è l'antico Castello Soprano o dei Saraceni, punto strategico di avvistamento durane la invasione saracena, sito sulla Rocca Soprana in C.da S. Elena. Questa rocca è gemella con la Rocca Sottana, posizionata al centro del paese, dove anticamente, nel 1607 fu costruito un carcere; oggi, dopo adeguati lavori di adattamento troviamo l'Eremo Francescano, in cui vive in assoluta povertà la Pia Unione dei Frati Minori Rinnovati.
Sullo sfondo del paese, invece si staglia il maestoso altopiano di Montagna Vecchia, meta di studi e scavi archeologici. Oltre alle bellezze naturali a Corleone troviamo interventi operati dall'uomo, cha hanno reso più interessanti e suggestivi alcuni luoghi, come il Santuario della Madonna di Lourdes, scavato nella viva roccia della collina prospicente su Corleone denominata C.da San Giovanni. Particolare attenzione meritano anche le numerose masserie presenti nel territorio, ubicate in diverse contrade: Noce, Carrubba, Piano di Corte, Rubina, Petrulla, testimonianza dell'intensa e fruttuosa attività agricola del paese.
Innumerevoli sono le chiese, sia cittadine che campestri, da cui deriva la denominazione di Corleone quale "Città Regia dalle 100 Chiese", le quali conservano al loro interno un patrimonio storico ed artistico di immane bellezza.
La Chiesa Madre o di San Martino, costruita tra il 1300 e il 1400, ma artisticamente ricollegata all'epoca neoclassica. Molte le opere presenti all'interno della Chiesa: il Battistero di marmo bianco in bassorilievo, del 1537, da attribuirsi alla scuola gaginiana; del Gagini è pure la tela rappresentante la Madonna del Soccorso.
Dipinti di Fra' Felice da Sambuca si trovano in sagrestia ed in alcune navate; meritevoli di attenzione sono il coro ligneo, opera di Giuseppe Li Volsi (1584) ed il paliotto dell'altare, ricamato in oro su stoffa rossa, risalente al 1600. Di simile fattura gli altri paliotti affissi alle pareti.
Il portone della Chiesa Madre è di bronzo, così come quello del Municipio, della Chiesa dell'Addolorata e della Chiesa del Beato Bernardo, opere dello scultore corleonese Biagio Governali.
La Chiesa di Santa Maria di Gesù, fu fondata dai Francescani nel 1300 in pietra nuda lavorata. Al suo interno si possono ammirare, nella volta della cappella di San Pasquale, quattro medaglioni che rappresentano le virtù teologali: inoltre, di notevole importanza sono le varie statue che si trovano nelle quattro cappelle, tutte in legno dorato dipinto. Alla chiesa è annesso un chiostro risalente al 1486, di cui rimangono alcune colonne che sorreggono il porticato addossato alla chiesa.
La Chiesa del Carmine al Quartiere sorge su un bastione rialzato dell'ex caserma spagnola dei Borgognoni: fu fondata dai Carmelitani tra il 1500 ed il 1600. Significative sono le opere pittoriche che si trovano all'interno: varie tele raffiguranti la Madonna del Carmine con degli Angeli, altre San Giuseppe, tutte di autore ignoto.
Seconda per grandezza, dopo la Chiesa Madre, è la Chiesa di San Domenico, di stile barocco. All'interno possono apprezzarsi alcune tele, come quella della Madonna con il Bambin Gesù, che sembrano attribuirsi a Fra' Felice da Sambuca; pregevole lavoro di scultura è l'acquasantiera, di marmo lavorato del 1500.
Del 1600 sono, invece, la tribuna dell'organo ed i sarcofagi in marmo policromo della famiglia Scarlata. Di stile barocco è pure la Chiesa di Sant'Agostino (1300); non presenta nulla di rilevante architettonicamente, ma all'interno possono osservarsi varie opere del XVII secolo, quasi tutte di autore ignoto.
Nel campo della scultura meritano cenno due statue, anch'esse del XVII secolo: una raffigurante la Vergine del Soccorso e l'altra Gesù Crocifisso.
La Chiesa dell'Addolorata, ubicata nell'omonima via, fu edificata per volere del Padre Toscano nel 1754; di architettura borromiana, all'interno presenta la bellissima e commuovente statua dell'Addolorata, del XVIII secolo, in telacolla, opera di artisti della Scuola di Santo Stefano di Bivona.
Nell'anno Mariano (1987-1988), l'arcivescovo di Monreale concesse il decreto di erezione della chiesa a Santuario.
Insieme alle chiese si possono visitare alcuni edifici appartenenti alle famiglie nobiliari corleonesi, oggi proprietà comunali: Palazzo Provenzano, di architettura ottocentesca, sede del Museo Civico e Palazzo Cammarata, sede dell'antico Palazzo Cammarata, sede dell'antico palazzo comunale con l'adiacente torre campanaria.
Risalente al XV secolo è l'ex Ospedale dei Bianchi, al cui interno si trova una cappella, attualmente non aperta al culto: viene aperta soltanto una volta all'anno, in quanto ospita la statua in legno del corpo di Cristo, che in occasione del Venerdì Santo viene portata in processione.
Nella cappella significative sono due tele del XVIII secolo raffiguranti la Madonna della Neve e Maria SS. del Lume, l'altare in legno, anch'esso del XVIII secolo e le maioliche del pavimento.
A completamento della visione artistica e naturale del paese, è d'obbligo menzionare la Villa Comunale, una tra le più grandi ville della zona, molto ricca di vegetazione.


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