Negli anni 1992 e 1996, la Soprintendenza ai B. C. A. di Messina - sezione archeologica, ha condotto lo scavo in località Camaro S. Anna, nella periferia di Messina (Bacci 1993-94, p. 927). Le due campagne di scavo hanno interessato un'area di circa 120 mq., esplorando solo una parte della reale estensione dell'insediamento, quella maggiormente minacciata dai lavori edilizi. Camaro si trova alla base di un pendio collinare, a circa 212 m. s.l.m., vicino ad una valle nella quale scorre il torrente Camaro. La stratigrafia del sito è la seguente: strato I - humus superficiale strato II - ghiaie sciolte incoerenti con abbondante matrice sabbiosa strato III - argilla sabbiosa strato IV - argilla bruna con resti della cultura di Piano Conte (eneolitico) strato V - Argilla sabbiosa con minore quantità di resti archeologici strato VI - argilla sabbiosa con resti della cultura di Diana (neolitico) strato VII - argilla strato VIII - argilla con metamorfiti gialli Le argille che caratterizzano la stratigrafia, presentano notevole durezza quando sono asciutte e forte acidità tanto che i resti ossei risultano estremamente corrosi o addirittura se ne conserva solo l'impronta nel terreno, e i resti ceramici hanno le superfici molto abrase. I tagli 8 e 9 nello strato IV, hanno messo in luce due grandi fosse-focolari, due fosse circolari di minori dimensioni, e una struttura particolare costituita da un piano di frammenti appartenenti per lo più ad un pithos con decorazioni a cordoni posti in riquadri, interpretata come una sepoltura, per la quale sussistono alcune problematiche. Le fosse erano riempite di materiale ceramico, fra cui forme vascolari integre, osseo e litico; in una si sono potuti individuare diversi livelli di utilizzazione, suddivisi da pietrame e carboni. Evidente era un ampio piano alla base del taglio 10, ricco di carboni, ceramica e frustoli di intonaco. La ceramica dello strato IV mostra caratteri tipici della cultura di Piano Conte (decorazioni a solcature, anse subcutanee) commisti ad elementi propri di un eneolitico siciliano. L'industria litica è principalmente in ossidiano con strumenti microlitici. Eccezzionale è stato il rinvenimento di due idoletti cicladici a forma di "violino". Dai vari contesti dello strato IV, sono stati prelevati i carboni e da essi sono state ricavate sette date C14 (datazioni del laboratorio di radiocarbonio, Dipartimento di scienze della terra, Università La Sapienza, Roma). Le date si raccordano con la cronologia proposta in base agli idoletti. Nell'ultima campagna di scavo l'approfondimento dell'indagine ha rivelato la presenza nello strato IV, composto da argilla non dissimile da quella soprastante, di pietrame e frammenti ceramici attribuibili alla cultura di Diana del neolitico superiore, che sembrerebbero la conseguenza di un dilavamento data l'irregolarità della loro distribuzione. BIBLIOGRAFIA Bacci Spigo G. M., 1993-94, Attività della Sezione ai Beni archeologici della Soprintendenza ai B.C.A. di Messina negli anni 1989-1993, Kokalos, II,1, pp.923-951 |