Le culture maltesi dell'età del Bronzo hanno senza dubbio intrattenuto intensi rapporti commerciali con le coeve facies culturali della Sicilia: dai centri minerari castellucciani dovevano infatti provenire lo zolfo, la selce ed anche la pietra lavica per le macine, mentre dalle Eolie e da Pantelleria venivano importate l'ossidiana e la pietra pomice. D'altro canto la ceramica maltese o di imitazione maltese rinvenuta in numerosi siti castellucciani e thapsiani testimonia in modo inequivocabile la reciprocità e la frequenza di questi scambi. Non dimentichiamo poi la probabile esistenza di prodotti di scambio di tipo deperibile, come ad esempio i tessuti, di cui non ci è rimasta alcuna traccia. Rapporti più profondi sembrano tuttavia legare Malta e la Sicilia durante l'età del Bronzo, rapporti che coinvolgono anche le dinamiche del popolamento. La ceramica della cultura del Cimitero di Tarxien, infatti, presenta indubbie affinità formali e decorative con quella prodotta contemporaneamente alle Eolie dalla cultura di Capo Graziano. La matrice da cui sembrano aver avuto origine entrambe le facies è stata identificata con le culture del Protoelladico III e del Mesoelladico iniziale della Grecia continentale: da qui sembrerebbe dunque essere provenuto il ceppo etnico che “colonizzò” da una parte l'arcipelago maltese e dall'altra quello eoliano. Inoltre un secondo stanziamento di genti elladiche probabilmente peloponnesiache, sempre di cultura a ceramica impressa, originò la facies siciliana di Rodì - Tindari - Vallelunga con la sua appendice a Pantelleria. Mentre dunque alcuni centri costieri o pericostieri appartenenti alla cultura di Castelluccio, e successivamente a quella di Thapsos, sembrano aver intrattenuto con Malta rapporti di tipo essenzialmente commerciale ed economico, le civiltà di Capo Graziano e Rodì - Tindari - Vallelunga ebbero con la cultura maltese del Cimitero di Tarxien una vera e propria relazione “parentale” ed etnica di ascendenza egea. |