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LA PREISTORIA DEI COLLI PALERMITANI
Pippo Lo Cascio - Sezione Appassionati e Cultori


La relazione archeologica prenderà in esame il lungo periodo della preistoria e della protostoria del vasto territorio dell'area Nord-Occidentale della Conca d'Oro, che va sotto il nome di Piana dei Colli e Piano di Gallo. Particolarmente ricco di grotte che hanno dato ricovero a numerose comunità troglodite dal Paleolitico superiore all'Eneolitico, I'area è nota per la presenza di resti di tre necropoli ascrivibili all'età del Rame: la necropoli Scalea-Santocanale, la necropoli di Valdesi e la necropoli rupestre individuata di recente da Giovanni Mannino nella parete meridionale del Pellegrino.
La chiostra dei monti che circonda la Piana è formata da tre ben distinti rilievi che formano le "Portelle di Mondello e di Sferracavallo": i monti Gallo, Pellegrino e Billiemi. Tra tutte le più importanti grotte del monte Gallo che saranno descritte, una citazione particolare andrà alle note grotte della Marinella di Mondello indagate in età ottocentesca dal francese Vaufrey, dal tedesco von Andrian e dal madonita Minà Palumbo: la grotta Regina, la grotta dei Caprari, la grotta delle Vitelle, la grotta Perciata, la grotta dei Vaccari. Ad esse di recente se n'è aggiunta una sesta a cui è stato dato il nome di grotta della Caramula.
II versante Occidentale offre l'opportunità di fare il punto sulle grotte Impiso e Pecoraro, antri di grandi dimensioni che guardano il mare e I'Isola delle Femmine in direzione della costa trapanese. Per il monte Pellegrino sono da citare la grotta del Ferraro, la grotta dell'Eremita, la grotta Niscemi, la grotta Caprara e le tre grotte, Addaura, I°, II° e III° che tanto lustro hanno dato a tutto il comprensorio.
Già note alla metà del secolo scorso in seguito alle esplorazioni ed agli scavi compiuti nel 1869 dal Gemmellaro e riprese dalla Bovio Marconi, hanno restituito interessanti resti di industrie epigravettiane. Di notevole rilievo la grotta dei Graffiti o Addaura per le scene veriste antropomorfe e zoomorfe. Il massiccio del Billiemi ha nelle grotte della Montagnola di santa Rosalia, nella grotta Conza e nella Molara quelle più importanti per quantità e per tipologia di reperti antropici portati alla luce negli ultimi anni. Sin qui le grotte note dei monti della Piana. Di recente, dopo una più attenta rilettura delle opere scientifiche del marchese Antonio De Gregorio, è stata individuata alle falde del monte Gallo una grotticina denominata del Buzzilino, al cui interno si rinvengono tracce di frequentazioni ascrivibili al Paleolitico superiore.
Se ne daranno dettagliate notizie nella comunicazione scientifica.


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