Le organizzazioni criminali possiedono una quantità talmente enorme di beni che nemmeno le "pagine gialle" basterebbero per elencarli. Lo afferma la ricerca ‘96 della Confcommercio sullo stato della criminalità in Italia. Le forze investigative affermano che i beni sequestrati non superano per il momento il 4-5 per cento di quelli presumibilmente oggi in possesso delle cosche, mentre quelli definitivamente conquistati toccano appena la soglia del 2 per cento. Molti di questi beni, dalla lussuosa Mercedes al salone di automobili, al ristorante, alla società immobiliare, ecc., sono spesso direttamente intestati a persone che portano lo stesso cognome del capocosca, e i provvedimenti di confisca hanno spesso un iter lungo e difficoltoso. Primo perché i boss, per non perdere i loro beni, mettono in campo schiere di avvocati di rango che trovano i giusti appigli legali per rinviare i provvedimenti il più a lungo possibile. Spesso, poi, avviene che le cosche sono proprietarie di cantieri edilizi e di società di costruzioni che danno lavoro a molti dipendenti; sequestrarli a tempo indeterminato vorrebbe dire lasciare senza lavoro centinaia di persone. Avviene così che i sindacati, in caso di minaccia di sequestro di attività di questo tipo, si battano perché i cantieri vengano in ogni caso mantenuti aperti. Il dossier della Confcommercio pubblica infine un elenco di proprietà sequestrate ultimamente a note "famiglie" mafiose, da cui risulta che alla cosca Alfieri sono stati posti sotto sequestro beni per oltre 65 miliardi e 218 milioni di lire; alla cosca Agate per un miliardo e 932 milioni, a quella di Ciaculli più di 22 miliardi e 990 milioni. A quella di Corleone sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di 22 miliardi e 248 milioni, alla cosca di Corso dei Mille la magistratura ha posto sotto sequestro beni per 22 miliardi e 690 milioni, alla cosca Gionta un miliardo e 477 milioni, mentre il più cospicuo sequestro, ammontante a oltre 108 miliardi è quello degli Inzerillo-Spatola-Di Maggio. Beni per 13 miliardi e 75 milioni sono stati sequestrati alla cosca Lacava, mentre ai Lubrano-Nuvoletta 65 miliardi e 626 milioni, ai Madonia 9 miliardi e 449 milioni, a quella dei Magliulo 30 miliardi e 988 milioni. All’organizzazione criminale Nuova Camorra Organizzata sono stati posti sotto sequestro beni per oltre 97 miliardi, alla cosca dei Nuvoletta poco più di 63 miliardi, e 55 miliardi e 939 milioni ai Partana-Mondello, infine alla cosca dei Piromalli sono stati sequestrati beni per 5 miliardi e 846 milioni di lire |