http://www.millecose.it/pal_adr/ambiente.htm (Internet on a CD, 07/1998)
Comune di Palazzo Adriano
PROVINCIA DI PALERMO
AMBIENTE NATURALE
Palazzo Adriano, situato al centro della Sicilia Occidentale, e' praticamente
equidistante dalle sue principali citta': Palermo, Trapani,
Agrigento e Caltanissetta, e rimane un po' fuori mano riguardo alle
loro principali vie di comunicazione. Questo fatto, che nel passato
ha favorito la conservazione e lo sviluppo delle sue particolari strutture
sociali che si sono fatte sentire fino a tutte quelle citta' e relativi
paesi circostanti, ancora adesso permette la conservazione dell'ambiente
umano e naturale, protetto dagli influssi nocivi degli eccessivi
assembramenti umani.
Le immediate conseguenze si vedono nella purezza dell'aria e
nella limpidita' dei frequenti corsi d'acqua che ancora scorrono nella
zona nonostante le varie captazioni di sorgenti che riforniscono
d'acqua potabile una parte non piccola della Sicilia Occidentale. Ancora
estesi e frequenti boschi rimangono regno piuttosto intatto di
varie specie animali e vegetali alcune delle quali ormai quasi esclusive
della zona.
Queste circostanze rendono l'ambiente naturale di Palazzo Adriano
meritevole di protezione, come si sta provvedendo a fare, perch‚
ormai comincia ad essere scoperto in queste sue caratteristiche
che attirano studiosi ed appassionati e sono meta di frequenti escursioni
turistiche per ritrovare i tempi passati della terra ed avere un
immediato contatto con le sue condizioni piu' naturali e spontanee.
Zona emergente per importanza e' il comprensorio della Montagna
delle Rose il cui nome deriva dalla crescita spontanea delle rose
peonie senza spine che fioriscono a febbraio. In esso alle leggende
di S. Rosalia al cui passaggio sarebbero fiorite le peonie, e della grotta
di Norcia che sarebbe strapiena di tesori protetti da incantesimo, si
unisce l'eminenza altimetrica (1453 m) con relativo vastissimo panorama
nel quale l'Etna sembra vicinissima, e la frequenza delle vie
di accesso.
Poco al di sotto della fascia pianeggiante della sommita' scarsamente
alberata, comincia l'ampia fascia di boschi e radure che e'
la piu' interessante dal punto di vista biologico e botanico.
Al di sotto di essa, poco prima dell'inizio delle zone piu' intensamente
frequentate dai pastori con le loro tipiche aziende arcaiche
ed i pagliai con gli zoccoli di pietra a secco dalla preistorica forma
circolare, ed ancora prima delle zone coltivate, comincia la fascia
delle numerose sorgenti che sgorgano nei suoi versanti dal lato di
Palazzo Adriano, di Bivona e di S. Stefano.
Oltre alle sorgenti di acqua ancora scorrenti in superficie come
quella bellissima e freschissima di Morigi, esistono anche varie sorgentine
minori con acque potabili e relativi abbeveratoi per gli animali.
Il pagliaio
Monte ugualmente interessante nella zona di Palazzo Adriano,
e' quello di Montescuro ai cui piedi sgorga la grande sorgente che
rifornisce di acqua circa quaranta centri abitati fino a Trapani.
Le gallerie di quella sorgente di eccezionale ed impressionante
bellezza, con molte precauzioni e con autorizzazioni severamente
selettive ci possono talvolta visitare. Ma anche a non potere accedere
ad esse, e' egualmente interessante la visita alla zona dove sgorga
per la grandiosita' del paesaggio di tipo dolomitico fatto di profonde
valli e di picchi e catene vertiginose tra cui si annida qualche luogo
attrezzato per soste turistiche.
Altra zona simile e' data dalla Montagna della "Culumma" e dalla
sorgente della Madonna della Scala.
La valle dove confluivano ed in parte ancora confluiscono tutte
quelle acque, quella famosissima del Sosio dalle multiformi bellezze
naturali raggiunge il suo massimo fascino per l'eccezionale configurazione
orografica nella zona detta "Listi d'u firriatu" le cui
profondissime gole sono di difficile accesso, inframmezzare da cascate.
Nei loro pressi si estende il bosco di Adriano, il piu' ampio dei
numerosi boschi della zona in parte crescenti a foresta vergine ed
in parte ancora discretamente praticabili.
Essi sono ricchi di infinite soprese di ogni genere specialmente
se le loro visite sono guidate da persone culturalmente preparate
ed esperte della zona, che possono evidenziarie.
La Pro Loco di Palazzo Adriano, su previo accordo, offre la possibilita'
di trovare tali guide. Chi visita attentamente queste zone si
rende subito conto che non e' necessario andare lontano per scoprire
grandi meraviglie geologiche e paleozoiche, idrografiche, botaniche
e biologiche oltre che paesaggistiche.
ASPETTI PALEONTOLOGICI, BIOLOGICI E BOTANICI
Per amare una terra e' importante conoscerla. E conoscerla significa
essere attenti a cogliere quanto essa puo' dare. Palazzo Adriano
e' una comunita' piccola nei suoi confini, poca affollata per chi
pensa e vive nelle dimensioni delle metropoli.
E forse proprio per questo ha saputo conservare ancora integri
alcuni tratti genuini, di quella genuinita' che oggi si apprezza forse
piu' di ieri. La natura con i suoi paesaggi, il suo patrimonio idrogeologico
e paleontologico, la gente coi suo carattere ospitale, con
la sua storia, con le sue tradizioni, con il suo folklore e i suoi monumenti,
la nostra ricchezza sta tutta qui.
L'ambiente naturale e' un affresco policromo, dominato dall'uomo
e dalla natura che vivono in un rapporto d'equilibrio.
Oggi piu' che mai quando, sotto l'avanzare spesso irriguardoso
del progresso ai paesi e alla natura si fa ritorno cercando i segni del
passato, il messaggio di tradizioni che sono storia di ieri e vita di oggi.
Palazzo Adriano e' una meta da raggiungere ineludibile, un paese
da scoprire essendo lo stesso lo scrigno della storia naturale, difatti
rappresenta un vero e proprio museo, paradiso degli studiosi
di paleontologia e di geologia. E' nel suo territorio che si trova la VALLE DEL SOSIO,
dove e' possibile godere di un incantevole panorama,
di una interessante e ancora incontaminata flora, di una fauna
terrestre rara e straordinaria e inoltre di luoghi geologici che hanno
attratto l'attenzione di studiosi di tutto il mondo.
Estesi boschi e boscaglie di Quercus Ilex ed altre essenze arboree
ed arbustive tipiche dell'entroterra siciliana quali: lecci, roverelle,
corbezzoli, etc.; costituiscono un habitat particolare ad alta densita'
faunistica trovandosi la valle nel percorso seguito da vari uccelli migratori.
Nel territorio boschivo montano vivono aquile, falchetti, fringuelli,
beccacce, tortore, picchi rossi, cuturnici, gufi, upupe, etc.
Vi vivono inoltre volpi, conigli, lepri, cinghiali, istrici, gatti selvatici,
ricci, martore etc.
La VALLE DEL SOSIO e' un'area ad alto interesse geologico-ambientale
con caratteristiche geologiche, paleontologiche e geomorfologiche
di rilevante valore scientifico. E' in questa valle che
emergono i cinque blocchi calcarei, noti in tutto il mondo per il loro
grande interesse paleontologico dato dalle ricchissime macro e microfaune
(fossili) del Permiano in essi contenute. Il Permiano e' l'ultimo
periodo dell'Era Paleozoica.
L'Era Paleozoica o primaria e' la seconda di un ordine di partizione
cronologica della storia della terra.
L'esistenza del Permiano a Palazzo Adriano e' stata segnalata
per la prima volta nel 1887 da G.G. Gemellaro in quattro spuntoni
calcarei. Successivamente ne fu scoperto un'altro da R. Fabiani nel
1925. Di queste cinque formazioni (Pietra di Salamone, dalla quale
furono estratti i primissimi fossili che rivelarono la presenza del permiano
in Sicilia, Rupe del passo di Burgio, Pietra dei Saraceni, Rocca
di San Benedetto e ultima scoperta Rupe di San Calogero), soltanto
due hanno resistito sino ad oggi al violento attacco dei saccheggiatori
e dei venditori di fossili. La ricchissima fauna marina, originariamente
raccolta e studiata dal Gemellaro, e' per la quasi totalita'
rappresentata presso il Museo di paleontologia dell'Universita' di Palermo
1887/1899. Questa fauna, tipica dell'ambiente di scogliera per
la ricchezza dei Generi e delle Specie presenti e per il perfetto stato
di conservazione dei fossili, si puo' considerare unica al mondo e infatti
continua ad essere oggetto di studio da parte di numerosi specialisti.
La maggior parte degli esemplari risultano Olotipi cioe' esemplari
sui quali e' stata per la prima volta istituita una nuova specie. Questi
blocchi calcarei hanno fornito 522 specie di fossili, di cui 366
descritti dal Gemellaro e 156 da altri studiosi.
In passato si e' molto discusso sull'eta' dei calcari sopracitati, la
cui datazione appariva difficile. Lo sviluppo della conoscenza del Permiano
in generale, unito ad una migliore conoscenza di alcuni gruppi
fossili (Fusulinidi), ha portato a datare questi alla parte alta del Permiano
inferiore (600 milioni di anni secondo Kulp).
LA PIETRA DI SALAMONE e' il piu' grosso dei blocchi calcarei
menzionati. Le sue dimensioni sono di circa 200 metri di lunghezza,
80 metri di larghezza e 30 metri di altezza.
Pietra di Salamone
LA PIETRA DEI SARACENI, e' caratteristica per la sua forma a
batolite, per la presenza di una scala intagliata nel calcare, posizionata
a metri 3 dalla base e per l'esistenza di un pozzo artificiale di
forma circolare nel quale convergono dei solchi anch'essi artificiali
per la raccolta dell'acqua piovana. La presenza di tali interventi dovuti
alla mano dell'uomo porta a ipotizzare che tale emergenza sia
stata utilizzata in epoca bizantina come dimora da un monaco stilita.
La rupe ha un'altezza di circa 30 m. e svetta verticalmente su
una ristretta base. Immediatamente a Sud della Pietra dei Saraceni
a un centinaio di metri dalla stessa affiorano la ROCCA DI SAN BENEDETTO,
di 150 metri di lunghezza per 15-20 metri d'altezza e la
RUPE Di SAN CALOGERO caratterizzate da tipica microfauna Permiana.
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