http://www.asa89.it/music/pinkfloyd/pianeta/12-d.htm (Internet on a CD, 07/1998)
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ARRIVANO I NOSTRI
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La notizia è di quelle sconvolgenti: in Aprile del 1994 uscirà il nuovo album dei Pink Floyd ed
in settembre il gruppo tornerà a suonare in Italia, ben cinque anni dopo la storica esibizione
di Venezia.
I Pink Floyd si esibiranno il 13 settembre allo Stadio delle Alpi di Torino, il 15 settembre
allo Stadio Friuli di Udine, il 17 settembre nell’arena della Festa dell’Unità di Modena ed il
20 settembre a Roma, quasi certamente all’Ippodromo di Tor di Valle.
Ma veniamo ai fatti. Martedì 30 novembre sono stato invitato, insieme agli esponenti delle
maggiori testate nazionali, nello showroom dello sponsor italiano del tour, una nota ditta di
maglieria, per assistere, via satellite, alla conferenza stampa che, in quel momento, i Pink
Floyd stavano tenendo a Londra, davanti a poche decine di fortunati giornalisti.
L’inizio è il momento più difficile. David Gilmour, Nick Mason, Rick Wright sono seduti sotto
un drappo con la scritta “Pink Floyd” e sembrano, con il loro aspetto tranquillo e pacioso,
tre cinquantenni qualsiasi, anonimi impiegati della media borghesia inglese. Sono schierati
davanti ad un’audience muta e rinunciataria che sembra quasi timorosa di rivolgersi a loro.
Quando il silenzio sta diventando imbarazzante, finalmente qualcuno si decide.
· Che disco sarà il prossimo dei Pink Floyd?
Gilmour: “Sarà qualcosa che non abbiamo mai fatto prima. E’ difficile descriverlo: sarà una
sorpresa. L’album uscirà in aprile ed al momento non siamo in grado di fornire alcun particolare
. Del resto, non amo descrivere a parole la nostra musica. Va ascoltata”.
Wright: “Stavolta abbiamo catturato qualcosa di inedito, una musica che non avevamo mai fatto
prima”.
· Come mai fate un album ogni cinque anni?
Gilmour: “Perché siamo pigri. E poi un disco all’anno non l’abbiamo mai fatto, neanche quando
eravamo più giovani”.
· Come sarà il vostro nuovo spettacolo?
Mason: “Sarà imperniato non solo sul nuovo album, ma anche sui brani storici di tutto l’archivio
dei Pink Floyd”.
· Parlateci del vostro tour.
Gilmour: “E’ ancora troppo presto per dirvi come saranno i nostri nuovi show; mancano molti mesi
e ci stiamo ancora lavorando. Sarà qualcosa di assolutamente diverso dal solito, ma non
chiedeteci i particolari, perché è una sorpresa. Inizieremo in America a fine marzo,
precisamente dal Texas, dove rifiniremo i particolari dello spettacolo, per approdare in Europa
a fine estate (prima data il 22 luglio a Lisbona). Riguardo allo spettacolo abbiamo idee ogni
giorno, anche inusuali. Scriviamo continuamente anche brevi sceneggiature che vorremmo inserire
nello show. La tecnologia? Non è tutto. Neanche per noi. Comunque, sarà il nostro live show
supremo. Sarà un punto d’incontro tra tecnica cinematografica e concerto vero e proprio, con un
buon numero di sorprese concettuali e visive”.
· In questo tour Wright si cimenterà come membro ufficiale dei Pink Floyd o solo come
session-man?
Wright: “Sono tornato per sempre. Darò il mio contributo per restituire ai Pink Floyd quel suono
che li ha sempre caratterizzati. Non sono più pagato alla settimana; siamo ridiventati soci”.
· Chi saranno i musicisti che vi accompagneranno in tour?
Gilmour: “Ci saranno gli stesi dell’ultima tournée: Jon Carin alle tastiere, Tim Renwick alla
chitarra, Guy Pratt al basso e Gary Wallis alla batteria”.
· Si era parlato molto insistentemente, per questo tour, di una riunione a Roger Waters?
Gilmour: “Non lo vediamo e non ci parliamo dal 1982. Non abbiamo neanche visto, né sentito le
sue ultime cose”.
· Avete ancora dei contatti con Syd Barrett?
Gilmour: “Non l’abbiamo più sentito, anche perché lui non ci telefona mai”.
· Cosa ricordate del concerto di Venezia?
Gilmour: “Noi ci siamo divertiti, ma il Comune non ha mantenuto le promesse forniture di
vettovaglie, di servizi igienici e di pulizia”.
E con questa domanda è terminata la scialba conferenza dei Pink Floyd, organizzata probabilmente
per fare un piacere e recare un po’ di pubblicità allo sponsor ed ai vari organizzatori
nazionali. Il primo, la Volkswagen, ha così potuto annunciare che “a gennaio sarà presentato un
modello particolare di una nostra autovettura, battezzata Pink Floyd. Quale? Non lo sappiamo
ancora”. Interpellato sull’argomento, Nick Mason, grande appassionato d’auto, ha dichiarato:
“Non so se l’auto farà parte della mia collezione personale, so solo che è un’auto da rockstar
creata per i nostri fan. A me piace guidare la Maserati, ma adesso non lo potrò fare per un
anno e mezzo. Tanto saremo impegnati col nostro tour”.
L’organizzatore della tournée italiana dei Pink Floyd sarà Fran Tomasi, lo stesso che organizzò
i due concerti di Modena del 1988 ed il tour italiano del 1989, culminato con l’infelice
parentesi dello spettacolo di Venezia, che causò polemiche a non finire.
Riguardo alle motivazioni che hanno spinto il gruppo ad organizzare una conferenza stampa così
anticipata rispetto al solito, Fran Tomasi ha precisato: “Per rispettare i tempi degli altri
organizzatori delle date europee. Il gruppo ha voluto che tutti ci accordassimo, assieme, per
una migliore riuscita dello show”. Sarà, ma quando qualcuno gli ha rammentato che girano voci
che tra lui ed i Pink Floyd ci sia un sospeso relativo al loro tour italiano dell’88-89, egli ha
minimizzato: “Si tratta di poca roba”. Poi ha contrattaccato: “Ho dovuto faticare moltissimo
per riuscire ad organizzare questo nuovo tour; in Italia mancano gli spazi e molte
amministrazioni comunali sono miopi. Da noi i Pink Floyd arriveranno a settembre, un brutto
periodo per ottenere gli stadi, con l’inizio del campionato di calcio e la solita resistenza
passiva nei confronti del rock”.
Lo show dei Pink Floyd si preannuncia ricchissimo di effetti speciali e, come ogni tournée, il
gruppo porterà in scena uno spettacolo grandioso; il palco, uno dei più grandi e complessi
finora visti, sarà trasportato da 48 camion e montato in tre giorni da 120 persone. Per evitare
intoppi al tour, la produzione ne avrà a disposizione diversi, tutti perfettamente uguali, come
si era già verificato all’epoca del tour di A Momentary Lapse Of Reason.